Oblò cubano
Cuba. Eliécer Ávila, un ingegnere condannato alla disoccupazione
14 Ottobre 2011
 

Ricordate il giovane studente che tre anni fa ridicolizzò il Presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcón? Oggi vende gelati a Las Tunas.

 

 

Eliécer Ávila, lo studente di Scienze Informatiche che 3 anni fa rivolse alcune domande argute e polemiche al Presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcón, nell'aula magna dell'università, oggi lavora come cuentapropista, dopo essere stato a lungo disoccupato.

«Sono un uomo frustrato, è vero, ma la cosa peggiore è che vedo Cuba perseverare in un progetto condannato al fallimento», dice Ávila, che – nonostante una laurea conseguita con il massimo dei voti – vende gelati a Las Tunas. La polizia politica sorveglia il ragazzo giorno e notte, per verificare che non si occupi di politica e che non compia passi falsi che potrebbero costargli la privazione della libertà personale.

Ávila deve guadagnarsi la vita con una modesta attività economica, non può lavorare per lo Stato e la sua laurea in ingegneria informatica non serve a trovare un impiego confacente ai suoi studi. Ha osato criticare il sistema comunista, affermando che il Re è nudo; questa è la punizione che si è meritato per aver fatto domande su temi economici al Presidente del Parlamento cubano. Eliécer Ávila si era limitato a chiedere cose che sono sulla bocca di tutti i cubani: Perché non si può viaggiare? Perché esiste un doppio sistema monetario? Perché non viene lasciata libertà economica e civile ai cubani? La risposta del regime è stata l'esilio a Las Tunas, confinato a vendere gelati per aver parlato troppo e aver creduto che Cuba fosse davvero un paese libero.

 

Gordiano Lupi


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