Caro Bertoldo, siamo messi male:
il Bel Paese come Dante il noma,
il nostro Gentiluomo Principale
un “paese di merda” lo rinoma.
La gente se la ride e non si offende
d’un titol di sconcezza senza pari:
di quella il Cavaliere se se intende
che trasformò le ville in lupanari.
Segue l’esempio di sì gentile signore
con barzellette sporche e con cachinni,
senza riguardo di conventi o suore,
scurrili al punto da indignar le Erinni,
la schiera dei moderni stilnovisti,
Sacconi, Calderoli, con Brunetta
Borghezio, Bossi con molti leghisti,
Sgarbi, Santanghè e simil setta.
La bella lingua di Dante e di Petrarca,
di Giacomo Leopardi e di Manzoni,
il turpiloquio d’ogni parte imbarca,
ad opra di ignoranti e di cafoni.
Molta la gente che pare sorda e orba,
non si scandalizza, non s’indigna:
da lor costumi fa’ che tu ti forba,
rifiuta il vino fatto da tal vigna.
(gf)
Paulo maiora canamus... (Virgilio, Egloghe, IV, 1)
Settembre
Gode Settembre doppia compagnia,
prima d’Estate, quieta e a solivo,
poi dell’Autunno che incontrerà per via:
ama chi parte e ama chi è in arrivo.
All’una offre dolcezze di sapori,
l’uva succosa, l’umile castagna;
all’altro prepara i suoi colori
per dipingere i boschi e la campagna.
D’entrambe le stagioni veste i panni:
nel giorno se ne va piana e leggera,
ma per la sua bellezza teme danni
e presto si ritrae in su la sera.
Donna gentile, mite e generosa,
si va Settembre con sommesso canto,
ma la sua fronte a tratti appar pensosa,
l’occhio lucente tra sorriso e pianto.
(gf)