Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Crisi economica. È il sistema che è marcio 
Il caso degli sponsor commerciali agli incontri politici
18 Agosto 2011
 

La crisi economica richiede molto di più di alcuni provvedimenti che, pur potendo temporaneamente tamponare alcuni buchi, non risolvono una tragica realtà: uno Stato e un'organizzazione economica che macina sprechi e disaffezione e non genera produttività e affezione. Il baratro tra questi due livelli è enorme.

Facciamo l'esempio delle aziende pubbliche e private che sponsorizzano le feste politiche e/o di partito. Lo fanno per farsi pubblicità presso i presumibili tanti che frequenteranno questi raduni oppure per conquistare la benevolenza dei dirigenti di questi partiti che poi decidono come usare i soldi pubblici? Crediamo che le due motivazioni ci siano entrambi, ma con un grande sbilancio della seconda.

Ci domandiamo per quale motivo aziende come Eni ed Enel, Trenitalia e Autostrade, Lottomatica e Sisal e Gse (Gestore servizi elettrici), tutte aziende in cui il ministero dell'Economia è presente anche al 100%, abbiano bisogno di questa pubblicità. Evidentemente ai partiti non basta il finanziamento pubblico che estorcono ai contribuenti che più volte glielo hanno bocciato col referendum, e quindi si fanno finanziare sempre dallo Stato anche se con altro canale.

Poi ci sono le aziende essenzialmente private, come Monte dei Paschi di Siena, Telecom, Intesa San Paolo, Wind, Vodafone, Edison, Ibm, Seat, etc. Sicuri che investono i loro soldi in pubblicità per i visitatori di queste feste o gli scarni passaggi televisivi che riprendono le specifiche iniziative? E non piuttosto per invogliarsi questo o quel partito, questo o quell'altro capo di corrente di partito che organizza il proprio raduno, così che si ricordino di loro quando c'è, per esempio, un affidamento della gestione di tesoreria di un Comune, di una Provincia o di una Regione, l'allestimento delle comunicazioni o dell'informatica di questa o quell'altra istituzione nazionale o locale e i relativi contratti energetici o parco macchine?

Non crediamo di essere dei fantasiosi burloni diffidenti di tutto. Si tratta di costi che o escono direttamente dalle casse dello Stato (società pubbliche) o gravano sulle solite casse grazie ad affidamenti di servizi non scelti anche col criterio del vantaggio economico (società private o quasi).

È questo marciume? E non è sintomatico che anche il maggior partito dell'opposizione (molte sono le feste del Partito Democratico in questo gioco) vi si presti?

Così non si va da nessuna parte e si continua solo a farci male.

 

Di seguito alcuni sponsor in alcune iniziative:

Cortina Incontra”: Audi, Eni, Vodafone, Mps, Aeroporti di Napoli, Alitalia, Allianz, Generali, Sisal, Pirelli, Autostrade, Agenzia del Territorio, Autogrill, Enel, Poltrona Frau, etc.

Capalbio Libri”: Enel, Telecom, Eni, Terna, Invitalia. Simest, Banca CR Firenze, etc.

Vedrò”, raduno del vicesegretario del Pd Enrico Letta: Eni, Enel, Telecom, Vodafone, Edison, Lottomatica, Moby (traghetti), Sisal, Autostrade, Ferrovie, Farmindustria, Cremonini, Ibm, Seat. Alitalia, Campari, Nestle', Ibm, Sky Gsk, Conad.

Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione: Intesa san Paolo Wind, Farmindustria.

Feste varie Pd: oltre a diversi sponsor di sopra, la caratteristica sono le Coop di tutti i tipi.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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