Piero Cappelli. Come ridurre le spese dello Stato e dei partiti? Partiamo dal Quirinale e giù…!
27 Luglio 2011
 

Sì, partiamo dal Vertice, perché come si usa dire in Toscana: “il pesce puzza dalla testa” e non dalla coda! Per cui necessita che venga praticamente ridotto ai minimi termini la struttura del colle più alto, il Campidoglio. È questo il vero nodo gordiano di tutto il sistema delle prebende della politica istituzionalizzata: la Presidenza della Repubblica! Nessuno fin’oggi c’è riuscito. Qualcuno ha fatto –da Ciampi in poi– qual cosina, ma niente di veramente serio e radicale! I dati non li ripeto - li hanno riportati nel loro libro La Casta i due giornalisti del Corriere della Sera -, ma sono terrificanti, per la povera gente e anche nei confronti con altri istituzioni ‘reali’ del mondo…! Ebbene, il signor Presidente di oggi Giorgio Napolitano non ha il coraggio di mettere mano ad una riforma vera e propria del sistema Campidoglio e tenute varie. Perché? A questa domanda nessuno però ha saputo rispondere. Perché, ci ripetiamo noi, uno come lui non mette in atto questa ‘riforma’ visto che lo può fare senza passare per le Camere e senza però entrare in conflitto con la Legge? Però non lo fa, perché? Eppure sembrerebbe non amare l’ingiustizia, i privilegi, il potere per il potere, ma amare invece – anche come presidente del CSM – la trasparenza, la legalità, la giustizia sociale, l’uguaglianza dei cittadini… E noi potremmo avanzare alcune ipotesi che potrebbero portare ad un’accusa di ‘vilipendio’, ma noi ci limitiamo a dire che il potere di tenere bloccata la situazione ‘organizzativo-economica’ di questa istituzione repubblicana, forse, non risiederà tanto dentro quelle mura, ma altrove... Dove? Chissà che non vi siano ‘poteri’ forti’ che stanno ‘sopra’ quella carica istituzionale e che potrebbero risiedere nel ‘sistema-ombra’ del nostro Paese? Ecco perché diciamo che questo è il vero inghippo dei costi della politica: perché se franasse questo tabù a cura di un Presidente, potrebbe creare un effetto domino sul resto del mondo politico italiano. Ma nessuno scrive di come sbloccare la politica italiana a partire dal Colle con degli atti di vera ‘rottura’ e ‘sana provocazione’ giocandoci tutto in favore di una ‘rivoluzione’ istituzionale capace di preparare un’Italia diversa e nuova? Cosa avrebbe da perdere un uomo come Napolitano? Assolutamente niente! Allora perché non lo fa sapendo molto bene cosa si dovrebbe fare? Manca il coraggio? È bloccato da qualche timore reverenziale?

Eppure basterebbe poco e con il consenso assoluto del 99% degli italiani a partire da quelli più semplici e poveri, quelli che un tempo lui ha cercato di rappresentare nel vecchio partito comunista italiano! E allora immaginate un Presidente che domani in una conferenza stampa spieghi ai media come avrebbe riorganizzato - riducendola drasticamente - la struttura presidenziale, come avrebbe ridotto il personale, i beni e i costi di tutta la baracca presidenziale… Per poi devolvere quei soldi in esubero dal bilancio presidenziale a favore di cittadini bisognosi, per aiutare i più disgraziati e che di questi tempi non mancano ma prolificano (vedi dati Istat). Questo sarebbe un bell’esempio e un bell’invito per i signori Presidenti delle due Camere, della Corte Costituzionale, per il governatore della Banca d’Italia e così via giù giù fino ai nostri Presidenti di Regione, di Provincia, di Asl fino all’ultimo baluardo di soggetto che amministra – per conto di una giunta o di un ente – un bene pubblico! Facendo della politica attiva non un mestiere, ma un impegno civico dove si è retribuiti con uno stipendio pubblico equiparato a quello medio del Parlamento europeo, dove i servizi di segreteria e organizzazione sarebbero direttamente gestiti dalle istituzioni di pertinenza…

Ma questo è solo un bel sogno perché ancora non è arrivato sul Colle il Presidente giusto, quello che potrà fare questa ‘riforma’ del Quirinale e scatenare questo circolo virtuoso dei costi della politica…!

Allora, un modo ci potrebbe essere per far arrivare sul Colle un buon Presidente: riformare il sistema Repubblicano, da Camerale a Presidenziale, sullo stile francese: così, saranno i cittadini-votanti italiani a decidere chi li governerà dal Colle più alto. Perché se oggi non riformeranno il sistema elettorale andremmo a votare alla prossima occasione, ancora con il ‘porcellum’ mutuato dal sistema elettorale regionale toscano, una vera maledizione per i toscani e poi – grazie a Calderoli – per tutti gli italiani! Per cui vedremo cosa ha intenzione di fare il Bersani: riformare il sistema elettorale prima di andare al voto o farà finta di volerlo, ma di fatto non lavorerà per cambiarlo perché gli sta bene così com’è…?! Come del resto va bene a molti partiti. Farebbe bene anche a Di Pietro, così eviterebbe di avere responsabilità dirette per i futuri ‘Scilipoti’ nelle sue prossime file parlamentari!

Quindi, concludendo, possiamo dire che lo Stato italiano dovrà ancora per molto sopportare l’ingentissima spesa del mondo politico-partitico. Chi sostituirà Napolitano nel 2013? Anno cruciale anche per il governo se non prima. Ma le previsioni non sono rosee. Ci vorrebbe una vera e severa crisi istituzionale tale da far arrivare sul Colle un personaggio di altissimo profilo e di indipendenza dai partiti e dai poteri trasversali sempre che i partiti e i gruppi parlamentari temano una ‘rivoluzione’ popolare… Ma sarà mai possibile?

 

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