Sconto prezzo dei libri, come Radicali ci siamo astenuti 
Importante sottoscrivere la petizione dell'Istituto Bruno Leoni
26 Luglio 2011
 

In un solo giorno, la petizione promossa dall’Istituto Bruno Leoni contro la nuova legge sull’editoria ha raccolto oltre 450 adesioni. Per il direttore generale dell’Istituto, Alberto Mingardi (foto), «un successo per una petizione promossa in una domenica estiva solo attraverso Twitter e social network: un altro sintomo di malessere. Se siamo davvero sul Titanic, se abbiamo disperato bisogno di tornare a crescere perché la nostra classe politica perde tempo a regolamentare gli sconti sui libri?». Fra i firmatari della petizione intellettuali, imprenditori, giornalisti piccoli editori e tanti lettori. Il documento con la lista dei firmatari è disponibile qui.

 

Il 20 luglio scorso il Parlamento ha approvato una legge che disciplina severamente sconti e campagne promozionali sui prezzi dei libri, imponendo dall’alto una regolazione che deprimerà il variegato mondo editoriale e contrasterà la diffusione della lettura. Verrà così impedito ai giovani, ai ricercatori, ai precari e a tutte le persone che devo fare i conti in tasca di poter sfruttare di tutte le strategie di sconto e promozione che finora hanno stimolato la lettura rappresentando un’occasione di crescita personale.

La legge è ora al tavolo del Presidente della Repubblica perché venga promulgata. L’iniziativa dell’Istituto, spiega Serena Sileoni, Fellow dell’IBL, vuole «richiamare l’attenzione del Presidente sull’incostituzionalità di un provvedimento che lede senza alcun motivo ragionevole la libertà economica e culturale degli italiani è l’unico modo con cui noi cittadini possiamo cercare di far ritornare sui suoi passi un Parlamento sempre più lontano dalla gente e guidato da logiche incomprensibili». Per questo, l’Istituto Bruno Leoni ha intenzione di presentare una petizione al Presidente, aperta alle firme di lettori, librai ed editori che non pensano che sia sensato oggi limitare l’accesso al libro in nome della protezione artificiosa di alcuni attori del mercato.

Per Alberto Mingardi, «è particolarmente grave che questo provvedimento sia stato di fatto avallato dal Ministro Galan. Che quotidianamente richiama il governo a politiche più liberali, ma sarà ricordato come il Ministro che ha consentito un così vistoso scatto all’indietro verso il protezionismo librario e culturale».

È possibile sottoscrivere, fino a questa sera, la petizione qui. Domani le firme raccolte verranno inviate alla Presidenza della Repubblica.

 

Donatella Poretti


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