A L.F.
come dannati e delizie in una tela
di Jeroen Anthoniszoon van Aken
i colori nel nero
imbuto dell’anima
le setole dei pennelli
da ali d’angelo e demoni
pareti imbrattate
di malevoli divertiti sogni
sedie su cui sono posati
piccoli ruderi d'inutili abiti e alberi
la protervia del silenzio
negli occhi che altercano
immagini che sbucano
dal dolore o lo bucano
lo sguardo inchiodato
agli spettri della libertà
la regina rugosa inconsapevole pensosa,
la top model incinta innocente vogliosa
la carne tremula dei giorni
nell'accondiscendere nudo
tu che dipingi te stesso
nell’atto di dipingere
cristallizzato nell’Epos,
nell’Es, nell’Eros
che si fa morte come il battito
della dentiera di Sigmund il nonno
che ti faceva tanto ridere
prima delle bombe di Wernher Magnus Maximilian
poi erompe dai quadri
il mastino indifferente del mondo
a lacerare e santificare
i nostri decrepiti corpi
Alberto Figliolia