Un evento di prima grandezza, quello tenutosi il 7 giugno scorso a Morbegno presso una prestigiosa (è il caso si sottolinearlo, visti i risultati) scuola superiore della città. Per la verità al “saggio” di fine anno il “Pasquale Saraceno” ci aveva già abituato negli anni scorsi (ricordiamo ad esempio, nel 2010, con la partecipazione di Beppino Englaro e dell'avvocato Franca Alessio, tutore di Eluana), in un crescendo di qualità e di specializzazione. Una bella tradizione, insomma, che ogni volta stupisce veder rinnovata e frizzante come non mai. Lo hanno fatto notare, a dir poco soddisfatti, il dirigente dell'istituto, Aurelio Saporito, a introduzione della giornata, e quello provinciale, Nicola Montrone, nel saluto portato durante i lavori.
Un'intera intensa mattinata che ha visto il susseguirsi, nell'aula magna dell'Istituto gremita di studenti, genitori e... varia umanità (e v'assicuro che nessuno, neppure per un attimo, s'è annoiato!), la simulazione di un'udienza presidenziale di separazione tra coniugi; la simulazione di un processo penale per stalking (concentrando escussione testi e udienza dibattimentale); il confronto con il sostituto procuratore della Repubblica Elvira Antonelli e con lo psicologo, responsabile dell'Osservatorio Nazionale Stalking, Massimo Lattanzi. Senza esagerare: una rappresentazione teatrale vera e propria o un convegno scientifico sulla materia, anzi l'una e l'altro assieme. Protagonisti indiscussi gli studenti (con verifica ipso facto della loro preparazione e maturità) e gli operatori-conferenzieri, reciprocamente ammirati e fors'anche strabiliati gli uni degli altri... Regista ammirabile il prof. Pier Luigi Labbadia che, senza noi conoscere una beata sverza della vita della scuola e delle sue quotidiane dinamiche, certamente dev'esserlo stato (regista) per un intero anno, cicli interi, di formazione.
Il tema, quello degli atti persecutori, è stato sviscerato in ogni suo aspetto, senza remore né preconcetti, nelle diverse sue – incredibilmente numerose, come si è andati via via scoprendo – diramazioni, non certamente limitate al rapporto sentimentale, all'ambito familiare o sul luogo di lavoro. Anche se numeri e precentuali parlano dell'ambiente domestico come del più 'fertile' per il fenomeno, e ciò malgrado la difficoltà a farlo emergere per la ritrosia della 'presunta vittima' a denunciare il 'presunto persecutore', come l'evocativa drammatizzazione degli studenti ha ben mostrato e fatto intendere. Ma non vogliamo ora star qui ad approfondire lo specifico tema trattato – ché in ogni caso anche la cronaca più fedele e rigorosa mai potrebbe eguagliare l'attenzione e il coinvolgimento raggiunti nella rappresentazione inscenata – avendo per scopo, queste brevi note, piuttosto quello esplicitamente elogiativo nei confronti di un'istituzione, quale quella scolastica, troppo spesso sottovalutata quando non decisamente (sì, proprio nel significato di “per deliberata scelta”) bistrattata. Non per caso dunque la battuta finale del citato prof. Labbadia è stata che protagonista dell'evento per il prossimo anno potrebbe benissimo essere Maria Stella Gelmini. A rappresentare un caso di “tentato omicidio”: nei confronti della scuola pubblica.
Enea Sansi
(per 'l Gazetin, giugno 2011)