Secondo la CEI i disordini di Castellammare e Genova sono un segno di Dio: non certo premonitore, visto che è dallo scoppio della bolla speculativa, anno 2008, che si paventa la radicalizzazione del conflitto sociale. La classe dirigente ne rimane tuttavia spiazzata e, di fronte alla reazione dei nuovi poveri, invoca l'esercito.
Fincantieri opera in un settore dove l'Italia, caso raro, vanta qualità produttive con pochi pari al mondo. Se la recessione e i disordini nel Nord Africa le hanno fatto saltare importanti commesse, ci si chiede come i suoi manager, espressione del controllo ministeriale del lodatissimo Tremonti, non abbiano saputo intercettare la domanda dei nuovi ricchi. Cosa dovrebbero pensare i dipendenti prossimi al licenziamento? Persone che perderanno il lavoro in un paese che non cresce (per il 2012 si spera in un mesto + 1,6% del PIL), incapace di creare nuova occupazione e con un sistema previdenziale, su cui grava il peso degli ammortizzatori sociali, che garantisce non più di 500 Euro mensili a metà dei pensionati, quei nonni il cui reddito è fondamentale per far quadrare il bilancio familiare.
In Italia una coppia con figli, dove entrambi i genitori lavorano, fatica a pagare le tariffe dei servizi essenziali e trema di fronte alle spese impreviste. Fa rinunce, si arrangia come può (spesso anche come non potrebbe) ed assiste alla rapacità predatoria di una casta che, nonostante redditi annui a cinque e sei zeri, non indugia a farsi pagare bollette, arredi, affitti e quanto altro, quale corrispettivo per la sua collaborazione al business del malaffare.
No, non credo proprio che questa rabbia sociale si spieghi solo per via divina.
Marco Lombardi