«Nell’asfissiante solitudine degli inizi della guerriglia zapatista, un curioso personaggio si presentò nei nostri accampamenti. Uno scarafaggino fumatore, di buone letture e miglior conversazione, si prese l’impegno di confortare le fredde notti di un combattente, El Sup».
Così scrive il Subcomandante Marcos e per anni Durito gli ha tenuto compagnia nella selva Lacandona, in Chiapas, Messico.
Dal levantamiento del primo gennaio 1994 in poi lo scarafaggio «autonominatosi cavaliere errante e con il nuovo appellativo di Don Durito della Lacandona, ha deciso di percorrere le strade del mondo per raddrizzare i torti, soccorrere le donzelle, confortare il malato, appoggiare il debole, insegnare all’ignorante, umiliare il potente, innalzare l’umile».
Nel suo girovagare Don Durito è arrivato anche in quest’altro sud che si chiama Sud Italia e precisamente Calabria.
Qualche mattina fa sono stato svegliato da una voce: “C’è sempre e per tutti un sud più a sud”.
Ho spalancato gli occhi, essendo convinto di essere solo nella mia stanza:
– Chi è?
– Eccomi, ero Don Durito della Lacandona, ora sono Don Durito di Caulonia, – che è il nome del mio paese, ed un esserino piccolo e nero, proprio uno scarafaggio, con un tappo in testa come elmo e uno stuzzicadenti come lancia si è arrampicato sul mio piumone.
Mi sono disperato un attimo scambiandolo per un’allucinazione dovuta all’alcol della sera precedente ma invece era proprio tutto vero. Don Durito era davanti a me, aveva un incarico da assegnarmi.
– Tu puoi essere uno dei miei umili servitori, accetti?
– Non sono solito servire proprio nessuno, mi spiace.
– Idiota. Non si tratta di servire una persona ma un’idea.
– Parliamone.
– Ricorda che sei al cospetto di Don Durito ora di Caulonia e devi esserne onorato.
– Ok, sono onorato di essere nella mia stanza alle 6 di mattina a parlare con uno scarafone.
– Cosa? Io scarafone? RAZZISTA! – e mi agita lo stuzzicadenti sotto al mento.
– Chiedo perdono, non volevo offendere.
– Don Durito è superiore a qualsiasi offesa – dice ricomponendosi.
– Allora, cosa vuoi da me?
– Da questo momento avrai un compito al quale non potrai sottrarti.
– Se lo dici tu.
– Sarai un ingranaggio della lotta contro il neoliberismo planetario che devasta l’ambiente, rende i poveri più poveri e i ricchi più ricchi.
– E come?
– Mi risulta che in Italia si parli delle lotte in America Latina poco e male. Nel tuo stato insomma regna sovrana la disinformazione e al vostro re nano, con tutto il rispetto per i nani e nessun rispetto per i re, sta bene così. Per cui tu costruirai un sito con l’aiuto dell’altro umile servitore Sasà Anarchia, e darai spazio ai dispacci che ti giungeranno da me e dalla moltitudine che vuole giustizia.
È per questo che oggi nasce il sito Durito.IT. Con lui ho dovuto anche concordare una linea politica e perciò qui non troverete MAI una parola di sostegno ad un dittatore. Io e lo scarafon… ehm... scarafaggio, crediamo nella giustizia sociale ma anche nella libertà individuale. Potremmo riassumere il nostro pensiero con la seguente affermazione: “Tra il dittatore Batista e il guerrigliero Fidel Castro non abbiamo dubbi a schierarci con Fidel ma tra il dittatore Fidel Castro e la dissidente Yoani Sánchez simpatizziamo fortemente per la blogger”.
Questa sarà la filosofia di questo diario latinoamericano, realizzato in collaborazione con i siti amici che trovate nell’apposito link. Parola di Giovanni Maiolo (foto), ormai al servizio di Don Durito da Caulonia.
Giovanni Maiolo
(da Durito.it, 6 maggio 2011)
www.durito.it
Con i migliori auguri da Tellusfolio