È di oggi la notizia pubblicata da un quotidiano locale* che conferma che la situazione del servizio delle Poste a Firenze è andata oltre ogni tolleranza civica. Una signora malata di Alzheimer ha dovuto farsi accompagnare dall'ambulanza per potere ritirare alle Poste la tredicesima del marito morto. I funzionari dell'ufficio postale di via Cisalpino non hanno accettato alcun tipo di delega a persona abile e parente di primo grado della signora, anche se confortata da certificato medico. La signora è dovuta entrare in barella nell'ufficio postale, con due infermieri che l'assistevano e firmare di proprio pugno la pratica per il ritiro dei soldi.
Non è un film catastrofista, ma già visto. Basta andare alle Poste di via Gemignani (Peretola) per ritirare una raccomandata e ci si passa tutta la mattina, se va bene. Questo ufficio è l'unico che serve l'intero quartiere 5 e per raggiungerlo alcuni devono anche prendere due autobus. Se poi a qualcuno capita di dover pagare un bollettino postale alle Poste di via Pietrapiana, vicino a piazza santa Croce, è bene sapere che, ben che gli vada, per un'operazione che di per sé è di 20 secondi, dovrà attendere minimo un'ora e mezza. Se invece l'utente di questi servizi dovesse avere l'ardire di voler spedire una raccomandata dall'ufficio di via Cavour, è bene che sappia che in quell'ufficio, siccome ci sono in zona molti uffici di avvocati e i loro addetti spediscono “quintalate” di raccomandate, è garantito che, anche se si è preso un cartellino che vede davanti “solo” una quindicina di persone, l'attesa debba essere di minimo un'ora.
Non solo, ma mentre in via Cavour le chiamate agli sportelli avvengono, indipendentemente dal servizio per cui si è preso il cartellino, per ordine di ritiro dello stesso, alle Poste di via Pietrapiana non è così, ma categoria per categoria: per i bollettini di ccp (servizi finanziari) (cartellino A, il più ritirato in assoluto) ci sono solo due sportelli, per le raccomandate (cartellino P) due o tre, per i clienti di Bancoposta (cartellino E) due o tre.... e se si è nella prima categoria, è la fine!
Questi sono solo alcuni esempi, di alcuni uffici, di esperienze dirette nostre o comunicateci dagli utenti, ma sono il quadro di una situazione che ha dell'incredibile e contemporaneamente dell'arrogante. Infatti in due di questi uffici abbiamo provato a chiedere e dare consigli per alleviare le sofferenze degli utenti. In via Cavour ci è stato detto che l'organizzazione del loro ufficio la può decidere solo l'amministratore delegato di Poste Italiane e se volevamo ci davano l'indirizzo: sì, ci hanno detto proprio questo in replica ad un nostro suggerimento di fare sportelli dedicati a chi deve spedire più di, per esempio, quattro raccomandate, differenziandolo da chi ne deve spedire da una a quattro. In via Pietrapiana e via Gemignani abbiamo avuto l'impressione che davanti a noi non ci fosse un essere in carne ed ossa ma una macchina, visto che a nostri suggerimenti e richiesta di chiarimenti sull'organizzazione dell'ufficio restavano immobili a espletare l'operazione in corso.
A questo punto basta! Non se ne può più e non crediamo di sollevare un urlo isolato. Sappiamo che il nostro Sindaco non ha poteri specifici in merito, ma sappiamo anche che ha poteri per la tutela dell'incolumità dei propri amministrati. Incolumità che viene messa in serio pericolo ogni volta che bisogna andare ad un ufficio delle Poste. Sindaco Matteo Renzi, hai qualche minuto per questo e far sentire la tua voce chiedendo spiegazioni e provvedimenti? Grazie, casomai....
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
* Il Nuovo Corriere di Firenze