La Chiesa Cattolica cubana ha annunciato la prossima scarcerazione degli ultimi due prigionieri di coscienza appartenenti al Gruppo dei 75, e ha dato informazioni sulla liberazione di altri undici che non appartengono al novero degli arrestati durante la Primavera Nera.
I due prigionieri in attesa di imminente liberazione sono José Ferrer e Félix Navarro, entrambi condannati a 25 anni di carcere durante la Primavera Nera del 2003. L’Arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega Alamino, ha detto che gli altri undici prigionieri che sono prossimi ad essere liberati emigreranno in Spagna, secondo un accordo tra Chiesa e governo cubano. I nomi degli undici condannati a pene tra i 4 e i 309 anni di carcere sono: Néstor Rodríguez Lobaina, Juan Carlos Vázquez, Bodanis Zulueta, José Antonio Sardiñas, Antonio García, Arnaldo Márquez, Eduardo Díaz, Erick Caballero, Alberto Dobouchet, José Manuel de la Rosa e Roberto López.
Sono ben 114 i prigionieri che hanno accettato la proposta di uscire di prigione ed essere trasferiti in Spagna.
Tra i prigionieri in corso di liberazione risulta anche il dissidente Néstor Rodríguez Lobaina. Il caso di Rodríguez Lobaina, inserito da Amnesty Internacional nell’elenco dei prigionieri di coscienza, era stato denunciato da molte organizzazioni di oppositori radicate a Miami, come il Directorio Democrático Cubano. Rodríguez, è stato incarcerato a Guantánamo il 9 dicembre e sottoposto a maltrattamenti nella Prigione Provinciale per le sue attività di dissidente, senza che venissero precisati i capi di imputazione. Rodríguez è direttore del Movimento Cubano dei Giovani per la Democrazia e coordinatore nazionale del “Foro Giovanile Cubano”. Era sceso in sciopero della fame il 15 febbraio. A Cuba, familiari e amici, ma anche Elizardo Sánchez, avevano denunciato la sua illegittima privazione della libertà, come un abuso della detenzione preventiva.
Un’altra notizia interessante da Cuba viene dallo stesso Fidel Castro, che ha ricordato a tutti come non sia da tempo alla guida del Partito Comunista Cubano, per la precisione da cinque anni, quando le sue condizioni di salute si sono andate aggravando. Uno dei dubbi legati al prossimo congresso del partito che guida il regime cubano si è sciolto prima del tempo.
Il ruolo che Fidel adesso riveste è solo quello del padre della patria e - come lui stesso afferma - di “un commentatore libero e un soldato delle idee”.
Gordiano Lupi