Arte e dintorni
Tirano. “L’Angelo apparve a San Giuseppe” 
Un prezioso dono alla collettività
18 Marzo 2011
 

Sabato 19 marzo
la cerimonia di inaugurazione
dell'opera nella santella

 

 

Il gruppo artistico Il paese di terracotta, dopo i successi di critica e di pubblico ottenuti con l’opera dedicata a Giuseppina Vanotti presso la scuola infermiere di Faedo, presenta:

 

L’ANGELO APPARVE A SAN GIUSEPPE

L’angelo esorta Giuseppe a non licenziare Maria incinta, ma sposarla, perché dal suo grembo, per opera dello Spirito Santo, nascerà Gesù il Salvatore

(profezia: La vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele)

 

Il gruppo di lavoro, condotto dall’artista e volontario Michele Falciani, è formato dagli utenti e dagli operatori del Dipartimento di Salute Mentale di Sondrio che da tre anni sono impegnati nel laboratorio di ceramica: manipolazione e cottura dell’argilla.

Grazie al consenso e alla collaborazione della Parrocchia S. Martino di Tirano e il contributo del Kiwanis Club Città di Tirano, verrà collocato in una nicchia della cappella di S. Giuseppe, nella omonima via, un pannello di terracotta composto da piastrelle decorate realizzate una per una in questi mesi.

Un dono alla collettività perché con il nostro lavoro artistico la nostra Tirano sia ancora più bella.

La cerimonia di inaugurazione con la benedizione dell’opera è prevista per il 19 marzo alle ore 16, seguirà alle 17 la presentazione dell’opera d’arte a cura di Michele Falciani e alle 18 il rinfresco presso la sala dell’Unione Artigiani messaci gentilmente a disposizione per l’occasione.

Il gruppo di lavoro sarà sempre presente e attivo, e mercoledì 23 marzo in mattinata sono invitati i bambini della scuola che si potranno cimentare nella manipolazione dell’argilla.

 

Vogliamo riportare qui di seguito alcune considerazioni raccolte tra i partecipanti del gruppo:

Claudio: Senza passione la vita sarebbe una cosa inutile, io adoro la creta e ho potuto vedere la passione dei miei amici… È meraviglioso.

Roberto: È bello vedere come la materia si trasforma nelle nostre mani, l’argilla è morbida, sembra quasi di fare il pane che poi si mette al forno per cuocerlo. Io sono l’addetto alla cottura, dura circa due ore, fino e oltre gli 800 gradi. Ogni mezz’ora si alza un po’ la fiamma, fino a quando tutto diventa incandescente. Le due ore passate insieme il mercoledì volano, confrontiamo i nostri lavori e con soddisfazione vediamo quello che siamo riusciti a produrre.

Robertino: Mi piace fare ceramica perché è divertente e rilassante. È bello stare in gruppo e realizzare sotto la guida del maestro delle piccole opere d’arte come oggetti o piastrelle decorate.

Paola: È come tornare un po’ bambini, quando si costruivano i castelli con la sabbia e con l’acqua, la gioia di manipolare l’argilla è grande. Le mani danno forma e la mente si rasserena.

Mirella: Mi piace quando si arriva agitati e ci si può calmare.

Fabiola: Quando vengo qui mi sento bene, magari arrivo un po’ stanca o nervosa, ma poi con gli amici del gruppo mi torna il sorriso. L’energia che pareva sopita si risveglia, mentre con le mani quel qualcosa che era dentro di me prende forma. A volte si segue un tema e a volte liberamente si dà corpo a fiori, farfalle, frutta su piastrelle d’argilla. Non sono mancati anche i personaggi e la contentezza era grande quando ciò che sembrava informe e oscuro diveniva un pastore, un angelo, uomo o donna e tutto l’impegno trovava appagamento.

 

L’invito è aperto a tutta la cittadinanza, vi aspettiamo numerosi!

 

Paola Bettini

(da 'l Gazetin, marzo 2011)


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