Paolo Fresu A Filetta Daniele di Bonaventura
Mistico Mediterraneo
Paolo Fresu trumpet
flugelhorn Daniele di Bonaventura bandoneon
A Filetta Jean-Claude Acquaviva seconda Paul Giansily terza Jean-Luc Geronimi seconda José Filippi bassu Jean Sicurani bassu Maxime Vuillamier bassu Ceccè Acquaviva bassu
Rex tremendae Liberata Da tè à mè Le lac Dies irae Gloria Corale La folie du Cardinal U sipolcru Scherzi veranili Figliolu d’ella Gradualis Sanctus
Recorded January 2010
Il canto polifonico della tradizione corsa è qui accompagnato, sospinto e stimolato, da due musicisti che da soli costruiscono un impatto orchestrale: Paolo Fresu alla tromba e flicorno e Daniele Di Bonaventura al bandoneon. Il coro A Filetta è costituito da sette cantanti diretti da Jean Claude Acquaviva che da più di 30 anni tengono viva la tradizione musicale e vocale della Corsica senza disdegnare, nel repertorio e nella scelta dei partners, l'innovazione e la creatività. Antico e moderno qui respirano fianco a fianco senza discrepanza alcuna, favoriti dall'intelligenza musicale dei due strumentisti italiani che ben si amalgamano intersecando linee vocali e tessendo con perizia linee melodiche. Le voci, dal sapore arcaico, figlie di una tradizione secolare e sacra, spaziano in un repertorio che pesca nell'antico ma anche dalla scrittura dello stesso leader Acquaviva (“Rex Tremendae”, “Figliolu d'ella”), ripesca brani dell'autore francese Bruno Coulais (“Le Lac”, tratto dalla colonna sonora del film Himalaya) e altri (“Gloria”, “La Folie du cardinal”) da un altro film, Le Libertin del regista Gabriel Aghion. Ci sono anche brani del compositore di canto polifonico Jean Michel Giannelli, due di questi su testi del poeta corso Petru Santucci. La musica ha un impatto emotivo molto forte, l'alchimia che si stabilisce tra le voci e gli strumenti è perfetta, e dà vita ad un continuum straniante che lascia l'ascoltatore senza fiato per bellezza e sorpresa. Per quanto il progetto possa apparire simile all'esperienza dell'Hilliard Ensemble con Jan Garbarek, in realtà se ne discosta per finalità e costruzione. In “Officum” è presente un etereo terreno di incontro tra antico e contemporaneo, delimitato dalle voci e solo in parte interconnesso e aperto alla innovazione, mentre in “Mistico Mediterraneo” tutto è sperimentazione, dal repertorio alla strumentazione.
Ovviamente cercare in questo album della musica jazz è fuorviante, ma a tutti gli ascoltatori attenti e aperti alle musiche del mondo nel senso più nobile del termine, Mistico Mediterraneo non potrà non essere fonte di suggestioni ed emozione.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * * *
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