Diario di bordo
Marco Cappato. Crocifisso: da Mussolini a Bossi (Renzo) non è detto che la tragedia si riduca a farsa
09 Febbraio 2011
 

La proposta di legge regionale presentata in Lombardia da Renzo Bossi - che prevede l'obbligatorietà di un simbolo religioso in tutti gli edifici pubblici, e anche negli edifici dati in uso ad associazioni che perseguono finalità di interesse collettivo, con sanzioni fino a 1.200 euro - non va sottovalutata nella sua gravità, in particolare da parte dei cattolici laici. Non è infatti necessariamente vero che quando le tragedie della storia si ripetono prendono la forma della farsa. La strategia concordataria di Mussolini, che impose il crocefisso come arredo obbligatorio dello Stato fascista nel contesto di una politica volta a utilizzare la religione come strumento di potere, finì nella tragedia delle leggi razziali e della guerra, oltre che nella tragedia personale di Mussolini stesso.

Oggi è nel nome del medesimo utilizzo abusivo della religione in politica che il Governo specula sui malati terminali, convocando la Giornata della violenza di Stato su chi non è in grado di intendere e di volere.

Sono nuove tragedie che nascono dal potere clericale, ed è per questo che la proposta di Renzo Bossi va presa molto sul serio e combattuta, in particolare nella Lombardia di Comunione e liberazione e del Presidente Roberto Formigoni, delle sue firme false, della cacciata di Englaro, della sepoltura dei feti e della violazione della legge sull'aborto. Mi auguro che siano proprio i cattolici laici a opporsi per primi all'utilizzo abusivo della loro religione, alla riduzione dei simboli religiosi a suppellettili burocratiche del potere leghista e ciellino.

 

Marco Cappato

(da Notizie Radicali, 9 febbraio 2011)


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