Lisistrata
Lidia Menapace. Rivolte e venti di guerra. E l’ONU?
04 Febbraio 2011
 

I venti di guerra non cedono, e si espande la protesta dei popoli oppressi: Corea, Tunisia, Egitto, in un crescendo quotidiano. A me sembrerebbe un momento in cui si dovrebbe riunire l'Assemblea delle N.U. e il Consiglio di sicurezza a ruota per eseguirne le decisioni. Macché! Le N.U. esistono ancora? sembra di no, si potrebbe mettere in vendita il Palazzo di vetro, anche perché gli scoppi di rabbia in corso hanno tutto di importante tranne che la glasnost: il sistema di potere USA si svela in tutta la sua oscurità CIA; e Obama e la Clinton tutto lasciano capire tranne come hanno fatto ad avere il messaggio o la missione di governare in casa d'altri. Non parliamo d'Europa, che ha altro da pensare e l'Italia che scopre all'improvviso che i figli dei dittatori amici (Libia, Egitto) forse non sono i migliori ambasciatori nemmeno negli affari, figurarsi le nipoti!

 

Credo si debba ricominciare a parlare di riforma del Consiglio di sicurezza, prima che l'imperialismo USA si riconsolidi e faccia altri disastri: sarà anche un “imperialismo buono” che distribuisce diplomi di democrazia con grande abbondanza, ma ci mette più di dieci anni ad accorgersi che non è democrazia e comunque ci ricasca (dall'Iran in qua e anche in là). Serve un dibattito minimamente informato: da quando ogni fenomeno viene catalogato in base ad appartenenze religiose, scopriamo che superstizioni ed estremismi patologici infuriano (invece molte donne si vedono nelle manifestazioni di Tunisia ed Egitto, velate o no, come vogliono). Al rilancio delle religioni si accompagna un grande regresso civile e culturale. È vero -come dice Celestini- che un chilo di ignoranza costa quanto un chilo di cultura: ma perché allora i giornalisti Rai hanno per alcuni giorni insistito a proposito di sommovimenti in Russia su un “Terrorismo caucasico?”:credono che il Caucaso sia una religione o una razza? Sono montagne dove, secondo quelle approssimazioni culturali che disegnano le etnie, sarebbero nati i bianchi che più bianchi non si può, dunque gli Iraniani: insomma perché non consultano un vocabolario quando incontrano parole di oscuro significato? Forse perché le parole oscure fanno moda e accrescono l'ignoranza, o perché sono così pigri che non sfogliano nemmeno un atlante? Peccato perché esercitano un magistero ben più pesante e diffuso di quello che con fatica e scadenti salari svolgono maestre e maestri prof e e docenti di ogni ordine e grado. Davvero un'icona del lavoro nell'economia capitalistica: il minimo sforzo per il miglior risultato proprio.

 

Lidia Menapace


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