Lo scaffale di Tellus
Simona Borgatti. Otto racconti al buio per narrare il male e trovare redenzione 
Piccoli e grandi drammi contemporanei nella narrazione di Danilo Lenzo
16 Gennaio 2011
 

Danilo Lenzo

Racconti al Buio

Sensoinverso, pagg. 92, € 12,00

 

Il silenzio della notte, lo sciabordio delle onde e il ticchettio delle dita sui tasti di una vecchia Lettera 32. Questa l’atmosfera perfetta scelta dal giornalista Danilo Lenzo (foto in calce) per immaginare e scrivere i suoi Racconti al buio (Sensoinverso Edizioni, collana “Senza tregua”). Un’atmosfera cara a molti scrittori, tali o aspiranti, ma che nel caso di Lenzo assume un significato particolare: l’occasione per abbandonare i panni del giornalista e del pacato addetto stampa per vestire, come un perfetto Mr. Hide, gli abiti malconci dello scrittore horror con un “nonsoche” di pulp. Perché i suoi otto racconti, che scandiscono gli otto capitoli, raccontano storie attuali di inaudita violenza e crudezza che si dipanano tra la Sicilia e la Lombardia, regioni care all’autore per motivi di vita vissuta.

Il libro si apre con “La stanza bianca” dove un ex poliziotto affonda nei meandri della psiche scortato dalle sue ossessioni: in questo racconto Lenzo prende spunto dal G8 di Genova, esperienza drammaticamente vissuta da lui in compagnia dell’amico giornalista Fabio Fimiani; la storia inizia con uno stile narrativo per concludersi con uno stile prettamente giornalistico, da distaccato cronista. Ma è o non è Lenzo un addetto della carta stampata? Un giornalista professionista che, paradossalmente, nello svolgimento della sua professione, solitamente rifugge la “nera”, a meno che non vi sia obbligato dalla corvè redazionale, per dare più spazio alla politica o a temi sociali. In “Il treno della Morte” la realtà si mischia molto bene alla fantasia avvincendo il lettore in un crescendo di ansia e tensione nella ricerca di un alternativo aldilà. “Zaire il criminale” è invece occasione per presentarci un irreprensibile insegnante di liceo soggetto a un’aberrante e bieca trasformazione notturna.

Incubi, amori maledetti, drammi metropolitani viaggi allucinanti, eros estremo e follia: questi gli altri ingredienti che, tra rimandi alla tradizione gotica e ad echi di Sir Arthur Conan Doyle, descrivono piccoli e grandi drammi contemporanei. Drammi degni di un talk show con il plastico in seconda serata. Se siete lettori dallo stomaco forte Racconti al Buio è la lettura ideale per esorcizzare la paura e purificarsi dai numerosi e recenti fatti di cronaca dove, tra un TG e l’altro e, come costante, una perdita totale di valori, la realtà sembra superare la fantasia. Un libro da leggere anche se avete uno stomaco più debole, ma siete appassionati di fumetti: la narrazione di Lenzo, infatti, prende avvio dalle immagini che poi l’autore provvede a segnare su carta. E fumettistica è la copertina del disegnatore emiliano Vittorio Montipò, la quale, strizzando l’occhiolino del marketing alla saga dei vampiri con rimandi a Tiziano Sclavi, papà di Dylan Dog e del fumetto “pulp”, ci mostra uno zombie con la bocca insanguinata che sembra inseguire una coppia che si tiene per mano.

Ma Lenzo, nonostante tutte queste righe colanti valori morali e materiale umano, procede serafico, com’è nel suo stile di pacato e rassicurante addetto stampa, in quanto convinto che il bene trionferà e che l’uomo possegga i giusti anticorpi per vincere sul male, ispirandosi al conflitto interiore testimoniato nella poesia “Dualismo” di Arrigo Boito, esponente della Scapigliatura Lombarda e molto amato dall’autore.

 

Simona Borgatti

 

 

Danilo Lenzo è nato a Siracusa nel 1969. Vive e lavora a Milano. È giornalista professionista e dal 1990 si occupa di comunicazione, attualità, ambiente. Ha realizzato e condotto programmi radiofonici dedicati alla musica rock e indie. Racconti al buio è il suo primo romanzo.


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