FAUSTO E GINO *
Chi fu a passare l’acqua all’altro,
quell’acqua di sale, sole e malaria,
invidia, successo e inimicizia,
il paese dell’anima spaccato anche quello?
Chi fu che gettò l’ombra sua
oltre l’altra, i muscoli
tesi allo spasimo, le ruote
ferme in uno scatto eterno?
Pensavi alla tua dama, Fausto,
alle pedine bianche e nere del caso,
mentre i monti t’inghiottivano
con le strade abbacinate, allucinate,
o al fratello dal nome perduto,
alla sua presenza-assenza?
E tu, Gino, a che cosa pensavi
quel giorno dell’anno nuovo
nell’odore improvviso della morte
che ti aveva sottratto
l’antico avversario e compagno?
Fu lungo cammino insieme,
fu gloria o percorso breve,
come il profilo di un volo
d’aquila nel cielo
o il canto ultimo d’una sirena?
Alberto Figliolia