Oblň cubano
Yoani Sánchez e i primi messaggi del 2011 
Propositi e speranze per il nuovo anno
02 Gennaio 2011
 

Nel primo giorno dell’anno, in casa di Yoani Sánchez si festeggia anche il compleanno del padre, ma non l’anniversario dell’ingresso all’Avana dei barbudos, non il trionfo d’una Rivoluzione sempre più cadavere. In ogni caso Yoani si dichiara ottimista per il nuovo anno, perché essere ottimista è un atto profondamente contestatario.

«Sono nata nel 1975 e già restava poco della trasformazione avvenuta durante i primi anni, perché lo statalismo e la sovietizzazione avevano ucciso ogni spontaneità. Adesso sono convinta che mio figlio Teo merita una vita migliore, senza maschere, senza simulazione, senza indottrinamento, senza paura». Scrive la blogger sul suo spazio Twitter.

Yoani si pone un interrogativo quasi retorico: «Il primo gennaio è il compleanno di una creatura viva chiamata Rivoluzione o l’anniversario di qualcosa che è morto da tempo?».

Si risponde mestamente: «Ho conosciuto questa Rivoluzione che era già cadavere... La Rivoluzione non esiste, questo non è socialismo, ma un capitalismo di stato, di clan familiare che si propaga per discendenza di stirpe».

Non manca il coraggio delle idee alla giovane cubana: «Mi interessa poco il castigo, potranno avere il mio corpo, le mie ossa, la mia pelle, ma come faranno con le mie idee? Ormai da tempo ho capito che dietro di loro non ci sono ideali, né ideologia, ma solo voglia di mantenere il potere, di conservare privilegi».

La delusione è grande anche sull’uomo nuovo idealizzato da Che Guevara: «Avrebbe dovuto essere l’uomo nuovo e che cosa è successo? La maggior parte dei miei contemporanei è emigrata, l’utopia si è prosciugata, al leader è caduta la maschera».

Il futuro è buio, ma Yoani guarda avanti con ottimismo, perché la forza delle idee può spingere nella direzione del cambiamento.

«Sono nata nello stesso anno del primo Congresso del PCC e tra poco celebreranno il sesto. Io godo buona salute, ma si può dire altrettanto del PCC? Oggi dovrei dedicarmi completamente alla mia famiglia, ma il mio paese mi preoccupa, i problemi della mia Isola richiamano la mia attenzione».

Il 2011 inizia con un giorno soleggiato e fresco. Yoani pensa al futuro: «Adesso dobbiamo cominciare a mettere in pratica i propositi che abbiamo fatto». Tutti speriamo che sia possibile conferire una spinta rivoluzionaria a un paese immobile.

 

Gordiano Lupi


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