«Lavanda significa armonia, pace, serenità. Profumo di lavanda è la fragranza che si sprigiona dai miracoli di guarigioni accaduti a Medjugorie, ma è anche la forza di Dio che infonde coraggio a quelle persone che il miracolo non hanno potuto ottenerlo. Che eroismo in queste famiglie. Quanta fede. Quanta armonia in questi cuori devastati dalla sofferenza ma capaci di tanta prghiera». Parole di Paolo Brosio, sulla quarta di copertina del nuovo capolavoro Profumo di lavanda edito da Piemme.
Questo è il cristianesimo di molti credenti. La Madonna di Medjugorie accompagna i miracoli con profumo di lavanda. Padre Pio usava tre profumi: viola, ciclamini e fiori d'arancio. L'Angelo di Gemma Galgani, invece, si annunciava con «un grande odore, come se fosse acqua odorosa» (lettera a Padre Germano - 4 maggio 1901). La Madonna di Fatima diffondeva intorno a sé un profumo intenso misterioso nonsisabenediché.
Il profumo di lavanda (etimologia: da “lavare”, perché destinata a profumare l'acqua per lavarsi), secondo Paolo Brosio è anche «la forza di Dio che infonde coraggio a quelle persone che il miracolo non hanno potuto ottenerlo».
Lontanissimo dalla sua mente illuminata, il pensiero che sta dipingendo un dio ingiusto che a qualcuno elargirebbe profumo e miracolo, a qualcun altro (eroico) solo il profumo, e a qualcun altro, non eroe, e neppure santo come Brosio, né l'uno né l'altro. Questo il cristianesimo, ancora oggi, nel nostro benedetto Paese.
Miriam Della Croce