La settimana scorsa ho fatto un'esperienza eccezionale. Per due giorni ho parlato davanti a una macchina da presa, impegnato a collaborare alla realizzazione della docu-fiction Trocadero 162, bajos, del regista Tomás Piard, che vuole raccontare gli ultimi anni di José Lezama Lima. Il film narra l'ostracismo finale del nostro più grande scrittore nella sua stessa patria e la sua resistenza contro il vuoto della società cubana fino alla morte avvenuta nell'agosto del 1976. La pellicola cerca di porre rimedio all'ignoranza abissale che ancora oggi esiste attorno alla sua scrittura, non solo tra il pubblico dei profani ma anche tra gli universitari dell'Isola (persino nell'esilio Lezama Lima è come uno strano fossile, ma almeno è entrato a far parte dei programmi di insegnamento).
Sul set dove si girava il film ho incontrato una studentessa di Storia e una giovane professoressa della Facoltà di Arti e Lettere, entrambe dell'Università dell'Avana. Ho dialogato da vicino con due persone che hanno avuto il piacere di assaporare l'amicizia, la rassegnazione, il sorriso e persino la mancanza dell'ultimo Lezama Lima: il poeta incompiuto di Oppiano Licario e il narratore inedito di Fragmentos a su imán, un'ombra così piñeriana che nuotava addormentata con le mani legate. Virgilio vomitò la sua paura, ma Lezama Lima se la inghiottì. (Orlando fa riferimento allo scrittore cubano Virgilio Piñera e alle sue dichiarazioni - so solo che ho paura, molta paura - contro il regime dopo il discorso di Castro agli intellettuali, ndt).
L'ultima opera di Tomás Piard - che nel 2008 ha realizzato con l'ICAIC il lungometraggio El viajero inmóvil (Il viaggiatore immobile) su Paradiso (capolavoro di Lezama Lima, ndt) - è già in fase di montaggio presso la Facoltà di Arte dei Mezzi di Comunicazione Audiovisivi, e debutterà domenica 19 dicembre 2010, giorno del compleanno di Lezama Lima. Abbiamo lavorato molto, ragionando sull'opera del grande scrittore per ore e ore di riprese. La produzione di UNIÓN non ha ripagato lo sforzo. Adesso si aggiunge la beffa che in nessuna delle sequenze di Trocadero 162, bajos compariranno il mio volto e la mia voce. Lo Stato cubano cancella ancora una volta, per un'assurda decisione politica, le tracce insignificanti e magnifiche di Orlando Luis Pardo Lazo (come un Re Mida al contrario, tutto quel che tocco si trasforma in orrore).
Qualche funzionario, nelle segrete stanze del Ministero della Cultura, ha preso la decisione più irrispettosa e si è lasciato sfuggire una sforbiciata dispotica. La nostra nomenklatura fatta di menzogne vomita la sua sterilità sulla memoria senza pace di José Lezama Lima. Ripetiamo il crimine di Carneade contro gli scrittori cubani. Oggi come ieri. Continuiamo a stigmatizzare come terapia occupazionale. Cambierà l'universo, ma i censori non cambiano: continuano a essere mantenuti dall'infantilismo del potere che inventa nemici per risolvere problemi. Se accadono certe cose con tale disinvoltura in pieno novembre 2010, non voglio neppure immaginare su quale letto di rose morì Lezama Lima negli anni Settanta del secolo scorso.
Non so se in un altro paese una persona dovrebbe rinunciare a portare avanti il suo compito per una simile atrocità (io per lo meno non rinuncio a essere uno dei narratori underground della mia generazione). Non so se affiggere un proclama di combattimento alla porta di ogni ministero o conferire ai nuovi Pavon (un famoso censore del passato, ndt) il beneficio stilistico del mio perdono. Nel mio cuore di figlio orfano mi spiace per Tomás Piard, un cubano buono e universale che rozzi provinciali definiscono un regista amatoriale. Mi spiace per il 2011 che si annuncia peggiore di un altro Quinquennio Grigio, sembra un assurdo periodo nero per le persone geniali. Mi rallegro solo per la trasparenza di questo gesto grottesco con cui il potere mette nero su bianco il suo disprezzo assoluto per tutto quel che profuma di intellettuale (la Sicurezza dello Stupro conferma così di fronte al mondo la sua stupidità).
Nei piani alti sanno bene che nessun cittadino e meno che mai un Premio Nazionale per la Letteratura protesterà (lo stesso Lezama Lima non protestò). I funzionari del ministero sono consapevoli che questo colpo basso farà venir meno la solidarietà intorno alla mia persona, per mero istinto di conservazione (si salvi chi legge). Pensano che resterò più solo di un suicida, e proprio questa è la formula dell'odio trionfante nel sistema socialista (in spagnolo: socialipsista, ndt): con tutti e per la mediocrità di tutti (eccetto Abel Prieto, Ministro della Cultura che è esentato dalla lettura di questa lettera aperta al mondo: il suo incarico gli permette di amministrare i presupposti della colpa ma non la dignità della cultura).
Di fronte alla sfida della bellezza e della verità, la nostra patria postuma prima del tempo fa il gioco di sempre mentre i suoi cani cerbero non si azzardano a muovere un dito per cambiare le cose. Nascere qui pesa come una sconfitta innominabile. Non so proprio dire quella parola: Rivoluzione.
Al punto in cui siamo non ho niente in cui sperare, neppure l'assenza. Cuba sarà libera. Io non lo sono mai stato.
Orlando Luis Pardo Lazo
(da Lunes de post-revolución, 25 novembre 2010)
Traduzione di Gordiano Lupi
Nota del traduttore: Orlando Luis Pardo Lazo (1971) è forse il più letterario dei blogger alternativi cubani e per questo non è facile tradurre i suoi testi in un buon italiano. Orlando è un poeta che gioca molto sulle assonanze linguistiche, speso intraducibili in italiano. Gestisce due blog: Boring Home Utopics - che pubblica le sue stupende fotografie dell'Avana - e Lunes de post-revolución - che contiene riflessioni poetico narrative sulla Cuba contemporanea. Scrittore e fotografo di ottimo livello, fuori dai circuiti ufficiali perché non allineato, risiede in Centro Avana. Ha pubblicato alcune riviste cartacee e telematiche uscite irregolarmente. A Cuba ha pubblicato alcune pregevoli raccolte di racconti: Collage Karaoke (Letras Cubanas, 2001), Empezar de Cero (Extramuros, 2001), Ipatrías (Unicornio, 2005), Mi nombre es William Saroyan (Abril, 2006) e Boring Home (autoproduzione, 2009). Boring Home è la sua ultima opera - polemica e trasgressiva - presentata in maniera alternativa alla Fiera del Libro dell'Avana da Yoani Sánchez, ovviamente non solo fuori dal programma ma persino all'esterno della struttura, nel parco adiacente alla fortezza dove si teneva la Fiera. La sua mail è: orlandoluispardolazo@gmail.com. Orlando Luis Pardo Lazo è uno dei fondatori della rivista Voces che trovate qui: http://vocescuba.com.