Intervento di Marco Pannella
al Comitato di Radicali Italiani
Questa sera, a mezzanotte, inizierò il mio Satyagraha, con uno sciopero della fame, anche per celebrare così, e dar corpo, volto, mano, voce alla solenne “Giornata internazionale della nonviolenza” proclamata dall’ONU. Non a caso giornata ignorata da tutte le Istituzioni e la partitocrazia del Regime, ex-repubblicano ed ex-democratico, italiano che ci opprimono. Spes contra spem. Essere speranza, se non se ne ha!
Come preannunciato, la mia iniziativa Radicale nonviolenta avrà come obiettivi due temi:
1. La Giustizia e le carceri italiane, diretta riproposizione sociale, morale, istituzionale della Shoah. Riproposizione, anche formale, di una orrenda verità letteralmente accecante, totalmente cieca. Fu (e minaccia di essere) il prevalere storico di un istinto bestiale, assassino e suicida, nella specie umana. Oggi, in un nuovo contesto planetario, scienza e coscienza ci indicano che torniamo a viverlo come evento incredibile, impossibile; un incubo riuscito, dal quale sembrerebbe impossibile svegliare l’umanità, la comunità internazionale.
2. La ricerca della conoscenza su una tremenda, “incredibile” verità storica, nascosta e negata in primo luogo proprio – oggi – nel e dal nostro mondo libero, “occidentale”, “civile”, dei “diritti umani”.
Accadde, il 18/19 marzo 2003, che Bush e Blair fecero letteralmente scoppiare la guerra sol perché non scoppiassero in Iraq la libertà e la pace; con l’esilio, oramai accettato, da Saddam.
Oggi dobbiamo ambire, purtroppo – come Nonviolent Radical Party transnational and transparty – ad aiutare per primo Obama, la bandiera, l’onore, il popolo americano a uscire dalla scelta di protrarre l’impero della menzogna bushana, storica, civile, morale, ai danni di tutti i popoli oggi viventi: ai danni in primo luogo di quei repubblicani che l’avevano eletto e che più di altri – quindi – sono stati vittime di un tradimento blasfemo, che ha provocato e provoca l’eccidio di milioni fra americani e altri popoli.
Per questo l’obiettivo di una Commissione italiana di inchiesta sulla verità di quegli eventi, è quello di aiutare in primo luogo Governo e Parlamento italiani, la Giurisdizione internazionale, le persone tutte di buona volontà a dare il loro contributo, perché la verità si affermi e ci mondi.
Temo che questo Satyagraha, questo sciopero della fame possa rivelarsi il più duro, il più lungo, fra quanti ne ho praticati, se saprò sostenerlo innanzitutto moralmente. Per questo ho voluto scegliere questa pena, che valga anche per i tanti che l’avvertiranno, perché anch’essi possano farne alimento scegliendo di nuovo di essere speranza, lì dove sembrerebbe che non sia più possibile averne.
Spes contra spem
Marco Pannella