Spinus
Cani Basilicata. Presidente Regione fermi deportazione ancora in atto
Vito De Filippo, Presidente della Regione Basilicata
Vito De Filippo, Presidente della Regione Basilicata 
20 Luglio 2010
 

La vicenda che riguarda i trasferimenti dei cani dal canile della comunità Alto Agri di Potenza si sta risolvendo in una presa in giro di chi, tra singoli e associazioni, da tutta Italia, si è mobilitato per impedire l’inutile ed assurdo sradicamento dei vecchi cani, ben ospitati nei canili di Potenza, verso altre strutture: una deportazione che, invece, sta continuando all’interno della regione, e che si vuole far continuare con qualsiasi modalità.

Si tratta di un trasferimento forzato, dapprima addirittura fuori regione, che da tempo è al centro di una grande polemica su vari media in tutta Italia.

Ciò che è grave è la recente dichiarazione, del presidente della Regione Basilicata, del lieto fine della vicenda, che invece non è: la “deportazione” continua tuttora, anche se non in Calabria. In totale sono stati portati via dal canile “Eco” di Potenza 52 cani, di cui 27 sono attualmente a Cassano allo Jonio e il restante al canile di Viggiano. Sappiamo che verranno prelevati in questi giorni anche i cani del canile “Pippo” di Potenza. La vicenda, quindi, non si è affatto chiusa, perché quello che cittadini, specialisti, veterinari e istituzioni – compresa la stessa ASL di Potenza – contestano, è lo sradicamento in sé, che è causa di inutili sofferenze e che compromette inutilmente il benessere psico-fisico dei cani. Mi preme ricordare che gli animali ospitati nei canili Eco e Pippo sono ormai anziani e, a maggior ragione, ottimamente adattati. A riguardo ho presentato ben quattro interrogazioni al Governo.

Mi appello al presidente della Regione Basilicata affinché non deluda le aspettative dei cittadini: fermi subito ogni trasferimento dei cani o, altrimenti, motivi l’utilità di strappare dalle loro “case” questi animali per spostarli in altre strutture. Necessità che, se esistesse, non potrebbe essere certo dettata da puri criteri di “risparmio” economico, a danno dei cani: gli animali non sono oggetti da “rivendere” al massimo ribasso possibile.

 

Qui il testo delle interrogazioni: 1 2 3 4

 

Donatella Poretti


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