Itaca
Bevilacqua e Osti. Le concorrenze 
(parte seconda)
27 Giugno 2010
 

La luce taglia gli spigoli, impasta pezza e cartone, cambia passo, ed il cielo sembra rotolare fra schiarite repentine e coperture; un’insegna sul campanile romanico si fa chiara e scura: un ristorante alla chiesa sconsacrata. “Abbiamo coscrizioni, qualche compleanno, un forno che stenta a tenere la fiamma… e lui…” indica un uomo, una sagoma d’ebano sul fondale di sughero; pare si sia gettato un’ancora al collo, si sia insabbiato lungo la pista segnata dal sogno: “soci, sposarsi e separarsi, comprare, tenere e liquidare… tutto un fiato…”. Mentre attento osserva nel panno del fazzoletto, forse, i molti refusi della vita.

 

Francesco Osti

 

 

 

Era scritto sulla pelle bianca

fredda, nuda come piastrella

l’umore soffriva la concorrenza

il passaggio da una busta paga all’altra.

Bruciava silenzio sugli occhi lucidi

smarrire le proprie mani, smarrirsi

nei camici dei colleghi la domenica

quel blu imperterrito diventava buio.

Sentire stretta al corpo la neve

rompersi nel calore, saltare l’inverno

fingere di perdere una stagione

senza cercare il viso del direttore.

 

Massimo Bevilacqua

 

 

Materiali per la manutenzione. Emiliana Torrini, album Me and armini. –Baden Powell, album Um violao na madrugada.

 

(da 'l Gazetin, marzo 2009)


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