Oblò cubano
Twitter di Yoani. Oggi mi sono alzata filosofa...
07 Giugno 2010
 

6 giugno 2010 – Tra ieri e oggi Yoani non ha potuto pubblicare nuovi post. Non dimentichiamo che è una blogger cieca, non possiede collegamento Internet nel suo appartamento in calle Factor di Plaza de la Revolución, situato in un condominio modello jugoslavo dal quale vede e racconta la sua Avana. In compenso si è data da fare con Twitter affrontando argomenti interessanti con brevi frasi nei limiti dei 140 caratteri, un modo di esprimersi che pare affascinare sempre di più la nostra blogger. Un tema che sta a cuore alla Sánchez è Internet libero, nelle case di ogni cubano, una cosa per noi scontata, ma che a Cuba è possibile soltanto per gli intellettuali allineati. Scopriamo dal Twitter di Yoani che Silvio Rodriguez (noto cantautore di regime) possiede Internet ed è libero di usarlo, cosa che non accade a Eugenio Leal, ma neppure alla nostra blogger e a tutto il gruppo di Voces Cubanas. Apprendiamo che si sta lavorando a un cavo per la connessione Internet con l’aiuto del Venezuela, ma ci sono poche speranze che significhi democrazia e pluralismo. Yoani mette l’accento sulla divergenza di opinioni presente a Cuba e afferma che soltanto il governo nega l’evidenza e vuol far credere che esista un pensiero unico. Non ha fiducia in Raúl Castro, membro di un clan familiare che si mantiene saldamente al potere, incapace di compiere promesse perché non è stato eletto dal popolo e non riscuote la fiducia della gente. Sogna una Cuba diversa dove si potranno ascoltare le idee più diverse, non verrà criminalizzato il pensiero e non esisterà più una stampa di regime (Granma) e una televisione che diffonde verità prefabbricate con parvenze di dibattito (Mesa Redonda). Il vero dialogo nazionale è lontano da venire, ma i blogger stanno lottando per quello. E adesso pare che anche la Chiesa stia dando una mano…

(Gordiano Lupi)

 

 

DAL TWITTER DI YOANI

 

Oggi mi sono alzata filosofa: ogni frustrazione è figlia di un eccesso di aspettative.

 

Il mio blog continua ad avere problemi nella pubblicazione di commenti perché devo sistemare il database. Ricordate che sono una blogger cieca.

 

Vi giuro che questo twittear per tentativi mi fa star male, quando verrà il giorno che potrò navigare su internet senza tante restrizioni?

 

Sono stufa di dover andare negli hotel una volta a settimana per inviare i miei testi per il blog. Quando potrò farlo da casa mia?

 

Il cavo tra Cuba e Venezuela comincerà a essere costruito nel 2011. A noi blogger alternativi toccherà qualche fibra?

 

Perché Silvio Rodriguez può avere accesso a Internet da casa sua e il blogger Eugenio Leal non può godere dello steso servizio?

 

Se almeno là in alto esistesse una dose di tolleranza, sarebbe possibile rifondare la nazione sulla accettazione e la diversità.

 

Credetemi che a Cuba esiste una varietà di opinioni come di tonalità razziali. Perché le posizioni ufficiali si affannano a nascondere questo pluralismo?

 

Mulini a vento è dire poco, affrontare l’intolleranza su questa Isola è come lottare contro pale a doppia lama cariche di radioattività.

 

Fino a quando lo Stato avrà il monopolio delle imprese che danno lavoro, mettersi in cattiva luce con il governo, significherà perdere la possibilità di mantenere la famiglia.

 

Non credo che Raúl Castro stia mantenendo le sue promesse, posto che non è abilitato a prendere impegni chi non è stato eletto dalla volontà popolare.

 

Siamo governati da un clan familiare che si mantiene al potere.

 

Se hanno fatto una moratoria per la pena di morte perché non ne fanno un’altra per la discriminazione nei confronti di coloro che pensano diversamente?

 

Sono antiegemonica, ma a Cuba l’egemonia la possiede il Granma, la Mesa Redonda e il Dipartimento di Orientamento Rivoluzionario.

 

Se in questa Isola c’è spazio per tutti, perché questa capacità geografica non diventa realtà?

 

L’acido corrosivo di una stampa libera, la diversità e la consapevolezza che siamo nel secolo XXI: ecco di cosa hanno bisogno i nostri governanti!

 

Perché hanno tanta paura di ascoltare chi pensa in maniera diversa?

 

Perché insultano, denigrano, ma non argomentano?

 

Bisogna lottare per ottenere un dialogo nazionale nel quale siano presenti tutte le voci.

 

Traduzione di Gordiano Lupi


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