Cercando l’oro della poesia prosegue e arriva ai margini dell’estate.
Come sempre, la scansione che guida la scelta dell’anno 2010 è così articolata:
La prima: voci poetiche di sole poete.
La seconda: il gemellaggio con la rubrica “La voce di Gwen” in onda ogni Lunedì alle ore 20.00 su Radio Gwendalyn, poi disponibile in Podcast.
La terza: l’autrice invitata, oltre ad offrire propri testi, porterà in apertura delle poesie di un autore/autrice particolarmente caro o vicino, spiegando in poche righe il perché di questa vicinanza.
La nostra autrice per Giugno 2010 è Alessandra Conte con testi tratti dall’edito Breviario di Novembre e diversi inediti.
Seguirà poi la puntata dedicata per la rubrica LA VOCE DI GWEN, per Radio Gwendalyn di Chiasso.
LA POESIA A ME VICINO
The King (di Mark Strand)
I went to the middle of the room and called out,
“I know you’re here,” then noticed him in the corner,
looking tiny in his jeweled crown and his cape
with ermine trim. “I have lost my desire to rule,”
he said. “My kingdom is empty except for you,
and all you do is ask for me.” “But Your Majesty-“
“Don’t ‘Your Majesty’ me,” he said, and tilted his head
to one side and closed his eyes. “There,” he whispered,
“that’s more like it”, and he entered his dream
like a mouse vanishing into its hole.
“La scrittura del Breviario ha avuto una nascita che ha del misterioso, e una serie di circostanze mi ha favorita nella stesura. Questa poesia mi ricorda alcune delle coincidenze che hanno accompagnato il libro: alla fine della sua stesura mi sono imbattuta in Man and Camel di Mark Strand, trovando che “The King” avesse moltissimo in comune con il personaggio che traspare dal Breviario.
La rileggevo spesso, affascinata, pensando che mai avrei ascoltato questa poesia letta dall’autore canadese che vive a New York.
Nel giro di due settimane, straordinariamente, Mark Strand era a Dueville (il paesino dove risiedo) invitato ad una deviazione dal giro in Nord Italia che stava facendo!
LA POESIA DI ALESSANDRA CONTE
Da Breviario di Novembre (Rimini, Raffaelli Editore, 2009)
*
La suora bambola chiama
nel suo letto di noce che sale
con le pareti che si perdono
ancora più in alto, dove i rondoni
gridano e circondano di voli
i morti, fatti di scritture
e guano seccato.
I muri di Galugnano esalano
foglie di tabacco e voci
di donna grossa,
che gioca a domino con le lupe
e vince, e ha già perso.
*
Canto alla madonna dei tagli alle dita,
che non esca il sangue per niente,
e ogni taglio e ogni morso
non sia invalso, ma trovi ora e sempre
nelle nostre vite un posto e un dolore apposito,
che spieghi l’opaco degli occhi e tutti
i codici di avviamento postale.
Fa’ che la cicatrice al dito medio
della mano sinistra rimanga tale e quale,
ancorata al suo tempo.
*
Sporgiti signore dal balcone
del corpo, donami un crepuscolo
che sia degno di questo nome,
e che io lo possa sapere.
Fammi affacciare, signore, da quel balcone,
e concedi la grazia di farmi lanciare
monete il più lontano possibile,
lungi da me le cinquanta lire,
e che il lancio non sfibri il braccio.
Dammi parole cifrate, ma le più
chiare possibile, per costruire
la mia teogonia.
*
dio testuggine dio porcospino dio puma, gatto,
dio animale, bestia che sputa che maledice
sugli uteri protesi in alfabeto morse, signore
delle chiavi perse e delle risposte sbagliate
fammi trovare i libri, miei per diritto,
e che anzi essi trovino me, e si aprano
alle pagine segnate, le più consunte.
*
A te volgo lo sguardo,
o signore dai polsi rotti,
che cadi e t’inabissi
a farti male. Ti guardo
con occhi da supplice
e pregandoti ti bendo
le braccia. Ti fascio forte,
dio piccolo,
mosca senza un’ala.
*
Madonna pietosa del viso lindo restituisci
la carta d’identità a chi l’ha perduta sfaldata
nello specchio da pulire con alcool e giornali
vecchi, dove le parole si bagnano in opere
e omissioni e si confondono nell’orecchio
che le sente. Madonna cerca la pietà e l’integrità
del viso per sorriderci, bambini certificati
tra calci e proteste ed evita lo sgambetto.
Fotografa tu la nostra giornata in ore e preghiere.
Ricomponi l’enigma e aiutaci pronunciando
il nostro nome. dona a noi la pace.
*
Un soldo,
per aggiungere tempo al tempo
e dare il modo ai verbi sciolti.
Un soldo sotto la lingua
e sperare l’assoluto.
Un soldo a decantare
i sali del reflusso.
Là dove le mani non arrivano
si deformino i verbi e i nomi
si bagnino i contorni di nero china.
Da dove la voce non esce
si sfibri il laccio.
E il traghetto ondeggia
tra un braccio e un altro
intravisto solo come orizzonte.
Inediti
I
È la balena spiaggiata la moglie giovane
ventre bianco
è la moglie giovane
la balena spiaggiata pancia molle
ammarrata con le gambe aperte
sghembe
e come canta e canta
il cigno mentre gli crolla il tetto,
e l’ippocastano a spingere più in là,
al prima di ogni anno, la malattia
II
sposa di carta, la tua,
velina inzuppata sotto la torta
di alghe e pioggia di miso
sposa di carta pancia molle
come galleggia a gambe sghembe
a vita fetale
III
Dorme, non dorme
la matrissima cagna madre
e la donna col pacco
dorme, non dorme
con le cagne azziccuse
litigheranno a denti fuori in pezzi e pezzi
IV
Dorme, non dorme e canta e canta:
sposina zuppa, balenottera piena
dorme e non dorme e canta e canta
you bleeding woman
V
Nella volta celeste del palato
parole figlie, carne e pane azzimo
cielo stellato tra i denti mandorle
scivolose sulla lingua e limpido
il canto della volta, della mattina;
risveglio raso senza memorie
Alessandra Conte è nata a Vicenza nel 1978. È diplomata in Pianoforte e in Didattica della musica al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza.
È finalista e vincitrice di concorsi poetici nazionali e ha partecipato a numerosi reading, non ultimo, nel 2010 alla rassegna “Dire Poesia” di Vicenza.
Sue poesie sono state pubblicate in antologie edite da LietoColle, da PoesiaFestival di Modena, FaraEditore e in numerosi blog e riviste.
Con la raccolta Polittico è presente nell’antologia Dall’Adige all’Isonzo. Poeti a Nord-Est, edita da Fara Editore.
Ha pubblicato nel 2009 la sua opera prima, Breviario di novembre (Raffaelli Editore), premio Guido Gozzano nello stesso anno. Nel 2010 è finalista al premio Camaiore - Opera Prima nonché premiato al concorso B. Manfredi.
Fabiano Alborghetti