Diario di bordo
Province da abolire. Nel governo abbondano i... don Abbondio
28 Maggio 2010
 

Se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare, diceva il Don Abbondio dei Promessi Sposi. E questo governo il coraggio non ce l'ha proprio. Ha proposto, timidamente, la abolizione di alcune province e, al primo sbattere di pugni dei rispettivi presidenti, ha fatto clamorosamente marcia indietro, delegando il tutto alla elaborazione del Codice delle Autonomie, in discussione alla commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.

Se il provvedimento passa attraverso la riforma della Costituzione possiamo dire addio alla abolizione delle inutili province, anzi, probabilmente ne vedremo proporre delle altre. Eppure questo governo aveva tutte le condizioni per intervenire per disboscare la miriade di enti locali che gravano sulle tasche del contribuente: una consistente maggioranza parlamentare, tre anni di tempo alla scadenza elettorale, assenza di altre importanti elezioni e la crisi finanziaria in atto. Altroché Duce e gerarchi, qui abbondano i... don Abbondio. Il cerino rimarrà in mano ai soliti Renzo e Lucia, cioè ai contribuenti.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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