Oblò cubano
Pedro Argüelles Morán. Se io fossi l’ultimo
di Ahmad Abu Hannya (vocescubanas.com, 26/05/2010)
di Ahmad Abu Hannya (vocescubanas.com, 26/05/2010) 
28 Maggio 2010
 

Da un paio di giorni a questa parte si parla e si specula sulla nostra possibile scarcerazione, noi che facciamo parte del gruppo dei 75 che ancora siamo sequestrati come vittime del totalitarismo castrista. Se la liberazione dovesse diventare cosa reale non sarebbe grazie e un gesto umanitario e di buona volontà del regime. No davvero. Sarebbe soltanto il risultato del tragico martirio del nostro compagno di lotta Orlando Zapata Tamayo, del valoroso altruismo del nostro caro fratello di dissidenza interna Guillermo Coco Fariñas, di queste sorelle esemplari che sono le Damas de Blanco e delle loro Damas di supporto, e – certamente – sarebbe dovuto agli errori e agli orrori del regime castrista.

Personalmente non considero la mia liberazione o l’avanzare della mia condanna più importante, bensì, - e questo sì che è fondamentale - l’istituzione di una linea di demarcazione totale rispetto ai diritti che riguardi la libertà delle persone, e che comprenda tutti i cubani. Giustamente cercando di raggiungere questo obbiettivo noi cadiamo nell’ergastolo comunista, a causa della pacifica lotta in difesa della verità, della libertà, della giustizia, dell’amore e affinché possa diffondersi nella nostra patria uno stato di diritto. Io con piacere vorrei essere l’ultimo prigioniero politico di coscienza nella più grande delle Antille, ma senza dimenticare in questi momenti, la paradigmatica frase del nostro Titano di Bronzo: “La libertà non si elemosina, si conquista con la lama del machete”.

 

Pedro Argüelles Morán

Gruppo dei 75, Prigione provinciale di Canaleta, Ciego de Ávila

Traduzione di Barbara La Torre

http://barbara71282.wordpress.com


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