«La poesia non è una cosa morta, ma vive una vita clandestina». Questo, in sintesi, il pensiero di Edoardo Sanguineti.
«In cinquant'anni molte cose sono profondamente cambiate, la poesia è cambiata, ma non è cambiato il compito dei poeti, quello di disegnare il profilo ideologico di un'epoca». Anche questo ha detto Edoardo Sanguineti, il poeta dell'avanguardia che è si è spento oggi a 79 anni a Genova, sua città natale. Sanguineti era esponente di punta del Gruppo '63, autore teatrale, saggista, critico letterario e studioso di Dante. Docente di letteratura italiana all'Università, fu consigliere comunale poi deputato come indipendente nelle liste del Partito Comunista. Giovedì era atteso a Palazzo Ducale per inaugurare il Festival del pensiero comico. «Nel mercato planetario» è scritto nel suo ultimo intervento pubblico «far ridere è arma di potere. È meglio scrivere di riso che di lacrime, perché ridere è ciò che è proprio dell'uomo».
Lascia un grande vuoto nel mondo della cultura, ma come ogni poeta ci lascia l’immortalità delle sue opere.
Per ricordare il poeta, riproponiamo un suo componimento. (Paola Mara De Maestri)
nella mia vita ho già visto le giacche, i coleotteri, un inferno stravolto
[da un Doré,
il colera, i colori, il mare, i marmi: e una piazza di Oslo, e il Grand Hôtel
des Palmes, le buste, i busti:
ho già visto il settemmezzo, gli anagrammi, gli ettogrammi,
i panettoni, i corsari, i casini, i monumenti a Mazzini, i pulcini, i bambini,
Ridolini:
ho già visto i fucilati del 3 maggio (ma riprodotti appena in bianco
e nero), i torturati di giugno, i massacrati di settembre, gli impiccati di marzo,
di dicembre: e il sesso di mia madre e di mio padre: e il vuoto, e il vero,
[e il verme
inerme, e le terme:
ho già visto il neutrino, il neutrone, con il fotone, con l’elettrone
(in rappresentanza grafica, schematica): con il pentamerone, con l’esamerone:
[e il sole,
e il sale, e il cancro, e Patty Pravo: e Venere, e la cenere: con il mascarpone (o
mascherpone), con il mascherone, con il mezzocannone:
[e il mascarpio (lat.) a manus-carpere:
ma adesso che ti ho visto, vita mia, spegnimi gli occhi con due dita
[e basta.
Edoardo Sanguineti