Pianeta jazz e satelliti
John Zorn Filmworks XVII e XVIII
25 Maggio 2006
 

Definire John Zorn un jazzista è quanto meno limitante e sopratutto poco generoso nei confronti del suo eclettismo. Il musicista newyorkese è il prototipo di onnivoro protagonista, capace di giocare su più livelli musicali contemporaneamente e dotato di una insaziabile e bulimica capacità di scrittura. Compositore e produttore, sassofonista e talent scout, ideatore e promotore di una etichetta indipendente, la Tzadik, che ha lanciato numerosi musicisti e documentato la strabordante produzione del nostro. I gruppi (con lui e senza di lui) che da oramai più di trent'anni suonano la sua musica sono diversi ed estremamente eterogenei : si spazia dal hard-core al quartetto d'archi, dal neo-kletzmer al free-jazz , dall'acustico all'elettrico, dalla colonna sonora alla musica orchestrale. Sono diverse centinaia i dischi a suo nome o a lui riconducibili, e diversi progetti vivono contemporanemente, dai Naked City ai Painkiller, fino alle molteplici versioni di Masada. La raccolta di musiche per cortometraggi e film giunge con queste due recenti uscite a ben diciotto dischi, tutti estremamente diversi e vari e con formazioni sempre cangianti e sempre di notevolissimo livello. Nel primo dei due album in oggetto sono raccolte le musiche di due differenti filmati: Notes on Marie Menken è il ritratto di una importante regista sperimentale americana, amica di Andy Warhol e Kenneth Anger. La musica è onirica e suadente, capace di vivere autonomamente anche rispetto alle immagini, con un unico violento strappo nel lungo e furente brano (“GoGoGo”) in cui il sax lancinante di Zorn cavalca per oltre otto minuti in un estenuante assolo di matrice colemaniana. Ray Bandar: a life with skulls è il secondo cortometraggio e la colonna sonora è una suite poliritmica suddivisa in cinque parti per African Thumb piano e percussioni suonate da Zorn e Baptista.


Personnel: John Zorn (alto saxophone, Wurlitzer piano); Jon Madof (guitar); Shanir Ezra Blumenkranz (6-string bass); Kenny Wollesen, Cyro Baptista percussion)


Track Listing:
 
Menken
Skull I
Glimpses
Mood Mondrian
Skull II
GoGoGo
Moonplay
Skull III
Tango Exotique
Zenscapes
Skull IV
Arabesque
Skull V
Bolex Dancing

 

 

Nell'album Filmowks XVIII la colonna sonora è tratta da una commedia romantica, The Treatment, del regista di origine ebraiche Oren Rudavsky. Fatto veramente insolito, in quanto Zorn ci aveva abituato a commentare musicalmente ogni genere di filmato, mai una commedia. Eppure, nel nuovo quartetto allestito, la magia prende corpo fin dal primo pezzo. Zorn non suona, ed il gruppo ha una fisionomia piazzoliana fin dalla inconsueta <!--FOTODX//-->strumentazione: contrabbasso (Shanir Ezra Blumenkranz), vibrafono (Kenny Wollesen), accordion (Rob Burger) ed il portentoso violino di Mark Feldman, vera colonna portante dell'opera. In due pezzi si aggiunge la talentuosa chitarra di Marc Ribot. Composizioni estremamente moderne e assolutamente svincolate dalle immagini : il riferimento alla musica di Piazzolla è nella formazione ed aleggia nelle atmosfere, ma Zorn vira verso accenti lirici contrappuntati da un fitto ritmare, ora malinconico ora estroverso. Estremamente personale, sempre lucido, un grande musicista e compositore.

 

Personnel: Mark Feldman (violin); Rob Burger (accordion); Kenny Wollesen (vibraphone); Shanir Ezra Blumenkranz (upright bass).

 

Track Listing:

  1. Treatment, The

  2. Romance

  3. Why Me?

  4. Family - (featuring Marc Ribot)

  5. Marking Time

  6. Anxieties

  7. Freud's Rondo

  8. Totem and Taboo

  9. Rush Hour

  10. Bad Dreams - (featuring Marc Ribot)

  11. Uncertainty

  12. Happy Ending

 

www.omnology.com/zorn01.html

www.tzadik.com


Roberto Dell'Ava


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