Abbiamo già parlato dei cinque “eroi” gettonati dai castristi di tutto il mondo, ma il caso più clamoroso, nella storia dello spionaggio cubano negli Stati Uniti, rimane comunque quello che riguarda Ana Belén Montes (foto, 1987) – che non è la cantante spagnola (come ha risposto una cubana serva del regime, davanti al consolato cubano a Milano, alla giornalista che in una sorta di gara faceva domande prima ai castristi e dopo a noi che eravamo di fronte a manifestare), bensì analista al Pentagono, specialista su Cuba, arrestata subito dopo la vicenda delle Torri Gemelle. L’FBI la controllava da alcuni mesi, ma siccome la specialista del Pentagono dominava i piani del Pentagono relativi alla guerra futura in Afganistan, hanno preso la decisione di arrestarla prima del previsto.
Ana Belén Montes, donna nubile di quarantaquattro anni, era specialista dell’Agenzia di Intelligence per la Difesa su Cuba. Diventò la “spia numero 17” al servizio di Cuba, arrestata tra il 1998 e il 2001, dopo diciassette anni di militanza nelle file cubane. Per il pentagono, il caso di Ana Belén costituì una vergogna e un imbarazzo. Su Ana Belén, naturalmente, Cuba ha taciuto: nessuna trasmissione della televisione cubana e nemmeno i giornali nazionali o l’apparato di propaganda dei soci di Castro all’estero hanno mai speso una parola. Gli avvocati Plato Cacheris e Preston Burton salvarono Ana Belén della condanna a morte, giungendo a un accordo con il tribunale in cambio della collaborazione di Ana Belén, che fu condannata a 25 anni di prigione.
Nel 2009 sono stati arrestati altri due nordamericani che lavoravano al Dipartimento di Stato americano, accusati di spionaggio al servizio del dittatore di Cuba. Speriamo di avere, un giorno, notizie su quanto accaduto a questa coppia, già abbastanza anziana.
Continuo a chiedermi se non sia giunto il momento di applicare al comunismo – e gli esempi della mostruosità di tale dottrina certamente non mancano – la stessa formula, l’identica 'ricetta' che è stata applicata ai fascisti, in Italia e nel resto dell’Europa. Capisco bene che il fascismo sia ormai un tabù, ma dovrebbe allora diventarlo anche il comunismo, per la destra, ma anche per la sinistra moderata. Se agli europei mancassero argomenti, possono andare in Ucraina, Cina, Corea, Cambogia e Cuba a farsi raccontare dalle vittime la vera storia del comunismo.
I fratelli Castro e la sua cerchia ormai non mi stupiscono; confesso, invece, che mi meraviglia la mancanza di etica, per lo strano abbinamento di cinismo e ipocrisia, impiegato per difendere il castrismo in Italia, da certi esponenti dell’estrema sinistra.
Carlos Carralero