È squisitamente omofobica la decisione della giunta comunale di Bergamo di non concedere l'autorizzazione alla mostra fotografica “Baci rubati” per l'allestimento dell'esposizione al Quadriportico del Sentierone, in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia in programma il 17 maggio.
Bergamo, come ogni città italiana, è tappezzata di manifesti che ritraggono tette e culi, e bombardata da spot pubblicitari e trasmissioni televisive che fanno della sessualità anche spinta e del corpo femminile uno strumento di marketing. Di fronte a tutto questo, un bacio è niente. Quello che infastidisce la giunta non è il bacio in sé, ma il fatto che il bacio venga scambiato fra persone dello stesso sesso. E proprio da questo.
Nel nostro vocabolario questa si chiama discriminazione che, nel caso specifico, prende il nome di omofobia. Se poi questo avviene in una democrazia occidentale nel XXI secolo, si chiama anche violazione di principi fondamentali sanciti dalla Costituzione e dal diritto comunitario e internazionale.
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc