Pericolo piombo negli alimenti con quantità innocue per adulti ma non per i bambini? È quanto segnalato dall’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che ha rilanciato i risultati di 9 anni di indagini, dal 2003 al 2009 condotte dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare): in 14 Stati membri della UE e in Norvegia, ne e’ stata riscontrata una presenza significativa.
Il piombo è un contaminante ambientale che si trova in natura e, in misura maggiore, proveniente da attività antropiche quali la sua estrazione e successive lavorazioni. L’esposizione umana al piombo può avvenire per via alimentare, con l’acqua, l’aria, il terreno e la polvere. Il cibo è la principale fonte di esposizione al piombo che si accumula nell’organismo umano. Inoltre l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il piombo inorganico come probabilmente cancerogeno per l’uomo.
Nell’indagine Efsa, in circa i due terzi dei campioni esaminati il piombo è risultato al di sotto del limite di rilevazione, e quindi a basso rischio per gli adulti, soggetti “solo” ad un aumento della pressione. La preoccupazione maggiore riguarda gli effetti sullo sviluppo neurologico dei feti, dei neonati e dei bambini, che ha portato a una riduzione diffusa del quoziente di intelligenza (IQ), con diminuzione delle funzioni cognitive dei minori fino a sette anni di età europei.
Secondo questi dati scientifici esistono le condizioni per cui la Commissione europea modifichi le linee guida esistenti per la tutela della salute pubblica, rivedendo gli attuali livelli di esposizione al piombo, sia dagli alimenti che da altre fonti.
Per questo motivo, col senatore Marco Perduca, ho rivolto un’interrogazione al ministero della salute e delle Politiche Comunitarie per sapere se intendano farsi portatori di tale istanza in sede comunitaria.
Donatella Poretti
Qui il testo dell’interrogazione