Cinema anni 70 & 80
MELODRAMMORE (1978). Unica prova di Maurizio Costanzo regista
06 Aprile 2010
 

Melodrammore - E vissero felici e contenti (1978) è l’unico film diretto da Maurizio Costanzo che lo scrive e lo sceneggia insieme a Enrico Lucherini, Claudio Masenza e Giorgio Basile. Interpreti: Enrico Montesano, Fran Fullenwider, Jenny Tamburi, Liana Trouché, Mino Bellei, Vincenzo Crocitti, Stefania Spugnini, Angelo Gangarossa, Claudio Villa, Nilla Pizzi, Amedeo Nazzari, Luciano Bonanni, Aristide Caporali, Gino Marturano e Plinio Fernando. La pellicola è un’idea da cinefili, perché vorrebbe ricordare il cinema degli anni Cinquanta, i drammoni strappalacrime diretti da Raffaello Matarazzo e molte interpretazioni di Amedeo Nazzari. Il film è pieno di ironia e di trovate assurde, ma soprattutto il meccanismo narrativo è paradossale e incline al trash. Nella prima parte Montesano si fa consigliare da Amedeo Nazzari (nei panni di se stesso) su come interpretare il suo ruolo rivedendo insieme Appassionatamente (1954) di Giacomo Gentilomo e altri melodrammi anni Cinquanta. Nazzari rilascia un’intervista in piena regola ed è sincero nelle affermazioni che riguardano il cambiamento del cinema. Parla di attrici che si vergognavano a farsi baciare sulla scena e di pudori del passato, paragona il suo cinema al nuovo modo di interpretare l’erotismo. Un vero e proprio omaggio a un grande attore del passato. Nella seconda parte vediamo Montesano alle prese con un personaggio da melodramma comico che tenta di rifare Appassionatamente in versione trash. Montesano è un commerciante di oggetti sacri innamorato di una grassa contessa (Fullenwider) che si vede preferire il conte Efisio, un nobile spiantato, a sua volta infatuato di Priscilla, figlia di un norcino (Tamburi). Completa il rapporto ingarbugliato il fratello della contessina (Crocitti), innamorato della sorella del commerciante. Alla fine Montesano sposerà la contessa elefantiaca, perché la madre acconsente al matrimonio dopo aver perduto ogni ricchezza. La contessa prima sposa il commerciante per ripicca verso la rivale che gli porta via il conte Efisio, ma alla fine si innamora davvero.

Molte apparizioni rendono il film di culto, soprattutto Nilla Pizzi nei panni della cameriera (canticchia “Grazie dei fiori”) e Claudio Villa come norcino arricchito. Jenny Tamburi è la bella figlia del norcino, gelosa della contessa, che tenta di indispettirla con ogni sistema. Non ci sono momenti erotici perché il film è una commedia classica per famiglie, ma ricordiamo la verve comica di un’attrice brava a ricoprire ogni ruolo. In questo caso la Tamburi è una volgarissima popolana arricchita che sfoggia tutta la sua grettezza e si doppia in un convincente romanesco. Il film procede e sullo sfondo la radio manda in onda le puntate de Il padrone delle ferriere, interpretato da Amedeo Nazzari, che la contessa non si perde in nessuna occasione. Interessanti molte parti comiche: un pranzo molto teso che cita vecchie sequenze interpretate da Stan Laurel e Oliver Hardy, le due rivali che fanno a botte e un duello all’ultimo sangue che finisce con una pallonata in testa. Alla fine trionfa l’amore e Montesano se ne va - come Amedeo Nazzari nel film originale - con la contessina in braccio. Si chiude con gli attori sulla scena, le macchine da presa smontate e Amedeo Nazzari che fa i complimenti al suo emulo comico.

Il modello è Straziami ma di baci saziami (1968) di Dino Risi ed è un omaggio-parodia al cinema del passato. Peccato che Maurizio Costanzo non abbia fatto altro come regista perché in questo lavoro dimostra competenza da cinefilo e grande originalità.

 

Gordiano Lupi


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