Oblò cubano
“Potrebbe avvicinarsi la fine della dittatura”. Yoani Sánchez a ruota libera 
Intervista alla blogger cubana: «Stiamo andando verso un periodo molto difficile, che vedrà aumentare la repressione».
05 Aprile 2010
 

La blogger testimonia il momento di “confusione” che si avverte nella società per lo sciopero della fame di Fariñas e di “indignazione accumulata” in seguito alla morte di Zapata. Al tempo stesso denuncia gli aiuti di Chávez alla dittatura che sarebbero “come il Viagra per un uomo invecchiato”.

 

 

La blogger cubana Yoani Sánchez ha detto nel giorno di Pasqua che il regime dei fratelli Castro potrebbe essere vicino alla “fine” a causa di un aumento delle critiche sull’isola e ha previsto che sta cominciando un periodo “molto difficile” per Cuba, perché assisteremo a “un aumento del controllo e della repressione” nei confronti della dissidenza.

In un’intervista concessa al quotidiano venezuelano El Universal, la nota blogger, che ha ottenuto molti premi internazionali di giornalismo, spiega che sull’isola si sta vivendo «un momento di grande confusione per lo sciopero della fame del giornalista indipendente Guillermo Fariñas e per l’indignazione accumulata dopo la morte di Orlando Zapata Tamayo».

«Oltre a questo ci sono i problemi economici, l’incremento della repressione poliziesca, il malessere e la frustrazione nella maggioranza della popolazione, che non vede concretizzarsi i presunti cambiamenti offerti da Raúl Castro», tutte cose che secondo lei «confermano un panorama abbastanza triste che fa presagire la vicinanza della fine del regime, o che si avvicinano trasformazioni su impulso della stessa cittadinanza, non certo da parte del governo».

 

Secondo l’autrice di Generación Y, negli ultimi due anni «per le strade di Cuba si sono cominciate ad ascoltare critiche» contro il governo. «Tutto questo ha avuto il suo culmine con la morte - dopo uno sciopero della fame durato 85 giorni - di Orlando Zapata Tamayo che ha unito gli elementi di non conformità e le sacche di frustrazione esistenti nella società, tramite il ponte del dolore e dell’indignazione di fronte all’ingiustizia. Il solo obiettivo del regime è conservare il potere. Non ci sono buone notizie in campo economico né si prevedono innovazioni sociali di cui possa godere la maggioranza della popolazione. Per questo penso che stiamo andando incontro a un periodo molto difficile, che vedrà un aumento del controllo e della repressione. Questa situazione potrebbe scatenare scontri di piazza perché la gente si sente oppressa dalle manovre di polizia. Altri, come sempre, sceglieranno di fuggire dal paese».

 

Per quel che riguarda le critiche al governo cubano mosse nelle ultime settimane da alcuni dirigenti del Partito Comunista Cubano (PCC), la blogger ha detto: «Non trovo per niente strano che molti militanti comunisti abbiano finto adesione al governo per molto tempo. Potrebbero venir fuori iniziative riformatrici, ma non credo che il PCC possa rappresentare un elemento di cambiamento, perché è un organismo obsoleto e ha trascurato così a lungo la possibilità di chiedere riforme che altri settori della società civile lo hanno preceduto».

 

Rispetto alle restrizioni alla libertà di espressione e alla censura, Yoani Sánchez ha detto: «Esiste una sete di notizie diffusa e si nota una grande voglia di ascoltare altre voci, soprattutto quelle proibite. Nel momento in cui il governo censura siti, stigmatizza persone e demonizza fenomeni virtuali, questi divengono voci importanti e da ricercare per buona parte della popolazione».

 

«Per la sopravvivenza del regime è stato fondamentale l’appoggio del presidente venezuelano Hugo Chávez. Senza l’ossigeno che arriva da Caracas il governo non sarebbe sopravvissuto all’ultimo decennio. Hugo Chávez è stato per il regime cubano come il Viagra per un uomo invecchiato, gli ha concesso l’opportunità di una vita ulteriore e ha prolungato un’esistenza ormai finita», ha concluso.

 

Gordiano Lupi

 

 

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Per la libertà dei prigionieri politici cubani


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