A giudicare dalle affermazioni del sindaco Molteni mi permetto di dubitare che abbia letto la relazione della perizia fitostatica eseguita lo scorso primo febbraio in presenza di un nutrito gruppo di “supervisori” (a differenza del sopralluogo visivo “in solitaria” commissionato da Sondrio Centro a M.G. Cicardi), che pure non hanno avanzato alcuna contestazione. I tecnici della Demetra e il dott. Paolo Valsecchi incaricati della perizia eseguivano infatti i loro rilievi sotto gli occhi delle responsabili dell'Ufficio tecnico arch. Nadia Bianchini e geom. Caterina Grillo della Berta, del dott. forestale Matteo Pozzi (consulente del Comune), della naturalista Mariagrazia Cicardi, dell'arch. Katia Del Felice in rappresentanza della Sondrio Centro assieme a due progettisti di Ratti Flora con incarico di Stelline. Era presente infine anche Eugenio Nonini, giardiniere del Comune da circa 25 anni, che qualche mese prima aveva inviato al sindaco una relazione in forma privata (rimasta, manco a dirlo, senza risposta) dove rimarcava l'evidente stato di salute del cedro di piazza Campello e il pregio ecologico di quella piccola area verde nel centro della città, rinaturalizzata nel corso dei decenni grazie al fatto di non essere stata calpestata: se l'ecologismo non fosse una parvenza di cui ammantarsi all'occasione questo non sarebbe un aspetto di poco conto!
Ammesso che i suoi impegni non gli consentano di dedicarsi a simili letture, il sindaco avrebbe potuto farsi illustrare almeno i punti salienti del raffronto fra la relazione Cicardi e la perizia Demetra, presentato nei dettagli durante la conferenza stampa dello scorso 11 febbraio. Non si pretendeva certo la sua presenza o quella di un assessore o consigliere (o perché no?), ma non sarebbe stato difficile avere informazioni dalle due responsabili dell'Ufficio tecnico presenti alla conferenza. Non credo che alla luce delle vistose e incontestate incongruenze - a cominciare dall'erronea classificazione botanica di Cicardi - il sindaco avrebbe persistito nelle sue perentorie affermazioni. O forse lo avrebbe fatto lo stesso, visto che il paradosso sembra la cifra dominante di questa vicenda: è in base all'esito della perizia che l'Ufficio tecnico ha infine concesso l'autorizzazione ad abbattere il cedro, che a metà novembre ancora mancava??? Chissà, forse era quello l'unico motivo (burocratico) per cui sono stati sospesi i lavori, mentre dei poveri illusi immaginavano che i nostri amministratori utilizzassero la pausa invernale per trovare una soluzione condivisibile dai più... Ma a questo punto la forza dell'immaginazione si spinge anche oltre: Sondrio continua a non avere un regolamento del verde sebbene almeno dal 2006 se ne dichiari l'imminente approvazione; non é che prima di approvarlo si preferisca eliminare impunemente tutti gli alberi che possano risultare fastidiosi? Dobbiamo forse interpretare in questo senso il lungo elenco di alberi danneggiati dal gelo fatto dal nostro sindaco e prepararci a una stagione di disboscamento della nostra povera città??
Questo e altro, naturalmente, a favore della sicurezza di cittadini ai quali diversamente non vengono risparmiate offensive bastonate metaforiche, compresa l'ignobile proposta di sculture alla memoria, che irride cinicamente alla distruzione della nostra memoria storica e al nostro sentire. È una magra consolazione apprendere dal nostro sindaco che ora perlomeno è prevista una campagna di scavi archeologici (a novembre l'Ufficio tecnico riferiva su richiesta “non sono previsti scavi particolari”!), ma la perentorietà con cui si persegue l'esecuzione del progetto lascia intuire che qualsiasi cosa si porterà alla luce non sarà necessariamente ritenuta meritevole di conservazione. Il “notevole impatto sulla fruibilità da parte della cittadinanza di uno spazio, oggi non utilizzabile” potrà solo accentuare il senso di vuoto che questa città trasmette a tantissimi suoi abitanti, fra i quali non annoveriamo il nostro sindaco.
Paola Pizzini