Itaca
Bevilacqua e Osti. Cercare casa a Ulan-Bator 
(parte quarta - Epilogo)
28 Febbraio 2010
   

ma se una donna ascolto
dietro una parete …

(A. Porta)

 

Ma è la voce, il tono

che non riesce più a ricordare,

immaginarla mentre dice

è ora, basta, io, certo.

Che sia sempre quel suono

lento? un’ansa gonfia, una gora…

Oppure cosa adesso?

un’acqua oramai assorbita

da un’erba scura e selvaggia…


…sicuramente il corpo

perso in una calca di comparse.

 

Francesco Osti

 

   

   

L’aveva trovata nel quadrato

che schiacciava il letto nel buio

addormentata in un viaggio di profumi

spillati dalla pelle sfinita dopo il bar.

Aveva già deciso di partire e lui

corse ad Est lungo il suo braccio

teso e formicolante sbarra sul nero

per trovarle la mano schiusa e pregna.

Raggiungerla nel sonno riverso

dentro rivoli e scanalature piene

di invisibili colori e strati

di effluvi su distese di cellule.

Poteva non aprirli gli occhi lei

poteva sentire le gambe senza vene

decidere di spegnersi nell’incanto

tornato a invadergli la stanza.

 

Massimo Bevilacqua

 

 

Materiali per la manutenzione.Luigi Tenco, brano “Ho capito che ti amo”. Paolo Conte, brano “Intimità”.

 

(4. fine)

 

(da 'l Gazetin, dicembre 2008)


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