Il Centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo è un istituto pubblico autorizzato da anni per, a scopo di ricerca, produrre di cannabis di diverso tipo e con varie combinazioni di cannabinoidi, materiali vegetali che devono essere periodicamente distrutti. Lo scorso anno la Guardia di Finanza aveva sequestrato delle piante e la scorsa settimana le ha dissequestrato, quasi 8 kg di fiori e foglie ad alto titolo -12-13%- di THC. La situazione paradossale in cui si trova il Centro è la seguente: il quantitativo di materiale era fuori dai conteggi perché sequestrato, adesso entra in carico e si aggiunge al resto facendo superare il quantitativo massimo per cui il Centro è autorizzato. La conseguenza è che deve essere richiesta una nuova autorizzazione all’incenerimento per un quantità equivalente (8 kg x 5 euro/gr =40.000 euro) per bilanciare la situazione.
Tutto questo accade mentre per la prima volta in Italia, il tribunale di Avezzano (L'Aquila) ha riconosciuto il diritto di un malato ad ottenere gratuitamente dalla propria Asl un farmaco a base di cannabis, in base all'articolo 32 della Costituzione, che riconosce il diritto inviolabile alla salute. Fino ad oggi infatti poche Asl rimborsavano farmaci importati dall'estero il cui costo superava 500 euro al mese, oltre alla trafila burocratica cui i pazienti dovevano sottoporsi.
Lo scorso mese in occasione dell'approvazione della legge sulle cure palliative in Senato, il Governo ha fatto proprio un mio ordine del giorno in cui si sollecitava «a considerare l'opportunità e la fattibilità, previa valutazione congiunta del Ministero della salute e del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, di una produzione in Italia di medicinali a base di cannabis, tramite il centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo e lo stabilimento farmaceutico militare di Firenze».
Quanto accade al Centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo è occasione per il Governo di evitare di mandare in fumo 40 mila euro e investirli in una produzione di farmaci antidolorifici!
Donatella Poretti