Diario di bordo
Primo Mastrantoni. Nucleare. Il Governo approva i criteri ma non individua i siti 
Ci sono le elezioni regionali! Non conviene
10 Febbraio 2010
   

Il governo ha approvato i criteri per la localizzazione delle centrali nucleari ma non ha individuato i siti dove costruirle. Il motivo è semplice: in vista ci sono le elezioni regionali e indicare i luoghi dove allocarle potrebbe avere ripercussioni negative sul voto al centro-destra. Si sta attuando, quindi, le tecnica dello “spoglio del carciofo”, cioè una foglia per volta: prima l'annuncio, poi i criteri e, dopo le elezioni, i siti, fermo restando che il gambo, ovvero il classico cerino, rimarrà in mano al consumatore.

Il problema preoccupa per le ripercussioni elettorali regionali tant'è che il candidato del centro-destra in Veneto, il ministro alle Politiche Agricole, Luca Zaia (foto), ha già dichiarato che di centrali nucleari in Veneto non se ne parla proprio. Saremo interessati a sapere cosa ne pensa la candidata nel Lazio, Renata Polverini (foto), visto che la regione è una di quelle papabili per l'allocazione di un impianto atomico.

Al consumatore e all'utente conviene il nucleare? No, non conviene, vale a dire che il costo dell'energia elettrica che si pagherà sulla bolletta non subirà variazioni. I costi di costruzione, smantellamento, allocazione delle scorie, sistemi di sicurezza e gestione sono tali che alla fine non ci sarà un vantaggio economico per l'utente finale. Il nucleare non è alternativo al petrolio, semmai lo è alle fonti rinnovabili, infatti, in Francia, patria del nucleare, si consuma più petrolio che in Germania. C'è il problema del cambiamento climatico, si dice. Si dimentica di aggiungere che il nostro nucleare produrrà solo 4,5% del fabbisogno energetico complessivo e quindi non inciderà sulla questione climatica. Non possiamo dipendere da fonti energetiche “estere”, si dice; si dimentica di aggiungere che non abbiamo miniere di uranio. Insomma, il nucleare ci sembra un bell'affare, pubblico e privato, e questo significa che il classico cerino rimarrà tra le dita del consumatore.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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