Qualche settimana fa, Carlo Giovanardi, sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega sulla droga, aveva annunciato il reclutamento di Topolino nella guerra italiana alla droga. «Ora il testimonial sarà Topolino, grazie alla Disney che ha manifestato l'intenzione di aiutarci in questa battaglia», aveva mentito entusiasta lo zar antidroga de' noantri.
In realtà, Topolino non aveva alcuna intenzione di divenire il megafono del proibizionismo giovanardesco, fatto di dichiarazioni, boicottaggi e censure di opinioni altrui. Come riporta il settimanale Venerdì di Repubblica, Disney ha smentito categoricamente ogni possibile interesse al progetto. «Lo staff di Giovanardi ci ha chiesto la nostra disponibilità», che però nega ogni possibilità di dare una risposta positiva: «I nostri personaggi non si drogano né bevono alcool. È una regola che rispettiamo da sempre. Avevamo detto al ministero che avremmo potuto collaborare trattando altri temi: per esempio, il bullismo nelle scuole. Ma non ci siamo più sentiti».
La smentita di Disney non ci stupisce più di tanto. In un periodo in cui gli Stati Uniti e soprattutto i grandi Paesi dell'America Latina, sconvolti dalle narcomafie, hanno messo il proibizionismo sul banco degli imputati, sarebbe stato quantomeno azzardato per Disney schierarsi non solo con una politica quarantennale chiaramente fallita, ma addirittura con uno dei suoi portavoce più grossolani e inefficaci quale è Giovanardi.
Ma il nostro non si scoraggerà, ne siamo certi. Il proibizionismo e la sua violenta guerra alla droga è tutt'altro che in pericolo in Italia. Il giornalismo italiano nel suo complesso dedica al 'fenomeno' droga solo migliaia di asettiche cronachette di arresti, morti per overdose e dichiarazioni politiche. Sono pochissimi i giornalisti che si interrogano sull'efficacia dell'attuale politica antidroga, e chi lo fa viene immediatamente accusato di essere un sostenitore del consumo di droghe.
Viste le affinità comportamentali, invece di Topolino, Giovanardi dovrebbe forse coscrivere l'italianissimo Pinocchio...
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc