Torno dalla manifestazione di Roma in favore dei diritti umani a Cuba con un senso di disappunto e di frustrazione. A Roma risiedono quasi diecimila cubani, ma questa mattina davanti all’ambasciata erano presenti sette persone: una donna cubana e sette uomini italiani, io incluso. Oggi, oltre alla manifestazione blogger, in varie città al mondo si tengono manifestazioni come questa, che si prefiggono lo scopo di mobilitare - anche fisicamente - i cubani che risiedono all’estero, per chiedere un cambiamento politico a Cuba. A questo punto mi domando: se i cubani residenti all’estero sono i primi a non sentirsi coinvolti, come possiamo pensare di ottenere qualcosa? Se così poche persone manifestano, si dà ragione al governo, si ammette implicitamente che il rispetto dei diritti umani a Cuba non è un problema. Dobbiamo dedurre da questo comportamento che la maggioranza dei cubani appoggia il governo? Tra quelle sette persone che manifestavano davanti all’ambasciata, ben sei erano italiane. Per i cubani va tutto bene? Mi chiedo perché uno straniero deve sostenere le ragioni di un popolo che accetta e sopporta una realtà priva di diritti civili e garanzie. Il rischio è quello di diventare dei “nuovi colonizzatori culturali”, volendo sostenere diritti umani universali che sembrano ignorati da quelle stesse vittime che subiscono violazioni quotidiane. Se i cubani non sono i primi a mobilitarsi, vuol dire che per loro tutto questo non è un problema e che non possiamo essere noi italiani a farci portavoce di istanze che non sembrano sentire.
La partecipazione alla manifestazione di oggi è stata per me una grande delusione e ha messo in crisi molte certezze che da tempo mi sono costruito. Non voglio diventare un nuovo George Bush che tenta di esportare democrazia dove non se ne sente la necessità, ma voglio credere che il vero volto dei cubani non sia quello mostrato oggi davanti all’ambasciata romana.
Roberto Ferranti
Condivido ogni parola della testimonianza di Roberto Ferranti. Molto spesso mi domando per chi sto lottando, soprattutto quando conosco cubani residenti in Italia che pensano soltanto a spedire soldi e regali a casa, comprare vestiti firmati e tornare a Cuba per dimostrare che sono riusciti a diventare ricchi. Mi rispondo che lotto per i cubani come Yoani Sánchez, ma non so davvero se rappresentano la maggioranza della popolazione. Cinquant’anni di repressione e di dittatura hanno reso un popolo così qualunquista e privo di ideali da non impegnarsi a tutela dei loro stessi diritti? Quando parlo di Yoani Sánchez con un cubano residente in Italia e mi sento rispondere che non la conosce o - peggio ancora - che non comprende chi glielo faccia fare, mi cadono le braccia. In ogni caso andiamo avanti, convinto di essere dalla parte della popolazione migliore, di coloro che sostengono un cambiamento in senso democratico. Speriamo che in altri paesi la manifestazione abbia dato esiti più importanti e giustifichiamo l’insuccesso con la mancanza di una presenza cubana carismatica all’interno della penisola. Dopo tutto l’Italia e la patria di Gianni Minà e non la residenza di Zoé Valdés o di Raúl Rivero. (Gordiano Lupi)
Roberto Ferranti ci comunica due importanti novità
Cari amici, finalmente ho realizzato due progetti che pensavo da tanto tempo. Il primo è un sito con dominio .org sul mio host (justhost.com) che continua e approfondisce l'impegno de La Isla Grande, concentrandosi ancor di più sulla realtà cubana, con approfondimenti e riflessioni, in italiano e spagnolo, per promuovere e spingere un cambiamento sull'isola (under costruction):
Free Cuba Net (http://freecubanet.org)
Il secondo, per me ancora più emozionante, è una web tv, che raccoglie video dal web, pubblica le mie produzioni, permette di uploadare video, musica e foto agli utenti, per creare un network di riferimento per notizie e reportage personali su e da Cuba:
FreeCubaNet TV (http://freecubanettv.magnify.net)
Continuate a seguirmi con passione, grazie! (Roberto Ferranti)
COMUNICATO ESPANOL
Para ellos para todos
En Roma viven casi 10.000 cubanos, hoy en la manifestacion para los derechos humanos se contaban solo 7 personas, 1 cubana e 7 hombres italianos, yo incluso. Hoy in muchas ciudades se hacen manifestaciones de bloggers, para mobilitar los cubanos que viven al exterior y favorir el cambio en Cuba.
¿Pero se los cubanos son los primeros a no ser enteresados, como podemos obtener un resultado positivo? Son comportamentos que dan rason al gobierno, porque se solo una cubana que vive en Italia manifesta por lo derechos humanos en Cuba, es como decir que todos los otros estan de acuerdo con el regimen. ¿Porque un extranjero deberia defender un pueblo que acepta y soporta una realidad que parece invivible? No quiero transformarme en un "nuevo colonizador cultural" para sostener los derechos humanos universales que parecen desconocidos a sus proprias victimas. ¿Se los cubanos no se mobilitan, porque tenemos que hacerlo nosotros? Esta es la pregunta que nos hacemos despues de esto dia de fracaso romano...
Roberto Ferranti
Estoy totalmente de acuerdo con el amigo Roberto Ferranti. Muchas veces me pregunto por quienes estoy luchando, sobre todo cuando conozco cubanos que viven en Italia y piensan solamente a mandar dinero a la familia, comprar ropa de marca y regresar en Cuba para demostrar que tienen dinero. Me respondo que lucho por los cubanos como Yoani Sánchez, ma a veces creo de no representar la mayoria de la poblacion. Cuando hablo de Yoani Sánchez con un cubano que vive en Italia a veces me siento decir: "No la conozco" o - peor todavia - me preguntan: “¿Porque lo hace?”. En estas situaciones se me caien los brazos. Todavia sigo luchando, porque creo de estar con la mejor parte del pueblo cubano, los que quieren el cambio y la democracia. Espero solo que en otros payses la manifestacion habia sido un exito. En Italia hace falta un cubano carismatico como Zoé Valdés o Raúl Rivero. Esta es la patria de Gianni Minà...
Gordiano Lupi