26-10-2009 | Caro insegnante di lettere, ho letto da poco il suo commento e, ritenendo che l'articolo su Napolitano a cui si riferisce sia mio, poiché non compare alcun articolo ad esso collegato, sento il dovere di dire la mia. Sottolineo l'incommensurabile differenza di sensibilità e di conseguente comportamento tra chi non ha voluto mai sfruttare il proprio nome di politico, a favore della sempre più repressa capacità poetica (che c'era!) e chi, addirittura da Ministro della Cultura, ha dato alle stampe delle cosucce di una banalità assoluta. Il giovanissimo Napolitano avrebbe potuto andare a testa alta per quello che scriveva, a differenza del maturo ministro. Sono scandalizzato io, figuriamoci chi vive di poesia a certi livelli.
Lei s'è reso conto dell'inopportunità, sotto tutti i punti di vista, dell'uscita di Bondi e ha scritto "avrebbe fatto meglio a non pubblicarle", ma, forse sbaglierò, la sua fede politica che lo porta a difendere comunque un uomo della sua parte, le ha fatto scrivere, per stizza, un'enorme fesseria. Non vedo altre spiegazioni. Paolo Diodati | 05-10-2009 | Quale rima sforzata? E comunque, bontà sua se preferisce, lei insegnante di Lettere, le cavolate di Bondi! Ministro della Cultura!
M.C., un ex insegnante di lettere. Marco Cipollini | 04-10-2009 | Caro Cipollini, quanta saggezza il nostro Presidente Napolitano, quanto acume in uno dei migliori scritti su Napolitano-Pignatelli pubblicato da Tellusfolio. Il suo articolo ne è la dimostrazione lampante. Certo, Bondi avrebbe fatto bene a non pubblicare i suoi versi. Ma lei avrebbe fatto meglio a non esibire tanto acidume e a terminare con versi dalla rima sforzata e dal significato non chiaro per tutti.
A questo punto, non se la prenda, prefrisco leggere senza sforzo, Bondi. Insegnante di Lettere di Deruta |
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