28-09-2009 | No, no, non ci arrabbiamo.
Ma quando mai.
Peppino, io credo, non avrebbe mai affrontato questi strani personaggi leghisti e affini con la rabbia. Perché la rabbia è l'ignoranza, e queste sono le loro armi. Le armi di chi ringhia.
Peppino, io penso, avrebbe deriso questi strani individui che, per strana sorte, ci toccano come ministri, dirigenti, varie ed eventuali.
Peppino, io spero, è morto proprio per questo. Per la manifesta superiorità intellettuale. Quella che spinge a ridere dei poveracci che ringhiano e abbaiano. Talvolta, purtroppo, mordono. Ma denudarli dell'aura ufficiale che si ritrovano e metterli in mutande davanti alla gente, con le loro oscenità mentali e verbali: questo è quello che faceva Peppino. Un'arma non-violenta contro la violenza.
Peppino, io dico, è questo che ci deve insegnare. La verità non ha paura di morire. Neppure in Italia. Neppure oggi.
Poi apro gli occhi e mi verrebbe da spaccare il naso a qualcuno, anzi, a molti.
Gianni Somigli | 28-09-2009 | Leggo, rileggo e mi incazzo, io sono del nord ma mi dissocio da chi ho per mia sfortuna votato. Ci penso, ci ripenso e mi incazzo. Certo che la prossima volta non sarà così. Ho l'età di Peppino quando è morto ammazzato e sono con lui.
Giuseppe Giuseppe e l'ulivo spezzato | 28-09-2009 | Dice Castelli:“Il corteo organizzato a Ponteranica, in provincia di Bergamo per domani è di chiaro stampo razzista ( vuoi vedere che si stravolge anche il termine?) contro la Lega Nord - dichiara Castelli -.
È previsto l’arrivo di cinquemila persone (il numero è più che confortante), sicuramente in stragrande maggioranza estranee al comune (ancora più confortante).
Ignoti hanno tagliato a Ponteranica (Bergamo) l’ulivo piantato in memoria di Peppino Impastato (ogni commento è superfluo; gli appartenenti si definiscono da soli)
Umberto per Peppino | 27-09-2009 | Non vorrei esagerare ma ... sembra che Peppino Impastato (che devo ammettere conoscevo poco prima di queste tristi vicissitudini) sia stato ucciso una seconda volta! Forse peggio, offendendone la memoria. Del resto, è proprio la memoria quella che diventa sempre più corta ... è molto comodo sedersi e guardare chi lotta, chi si impegna per una società migliore! L'amara riflessione che questa vicenda, raccontata da Anna Lanzetta con un epilogo che fonde diverse culture in un sapiente abbinamento, mi porta a fare è che forse ("o forse sicuramente" ...) dopo trent'anni non è cambiato niente e niente ha potuto cambiare nemmeno la morte di un uomo che ha dato un senso alla propria vita. Paolo Terracciano | 22-09-2009 |
ringraziamo per quanto avete scritto e pubblicato Amici di Peppino | 16-09-2009 |
Tutta l’Italia è in subbuglio, amareggiata e incazzata, per il grave episodio riguardante Peppino Impastato. Il sindaco del Comune di Quarto in provincia di Napoli, Sauro Seccone ha detto che intitolerà a Peppino Impastato l'aula consiliare del Comune e che inviterà il sindaco di Ponteranica, Simone Aldegani alla cerimonia di intitolazione ufficiale. Io preferirei che non andasse per evitare la contaminazione, perché loro sono quella”m 17” di cui parla Di Scalzo, non c’è altro per definirli.
Un giovane | 16-09-2009 | Gentile Gianni, il suo testo è illuminante per conoscere chi è stato Peppino Impastato. La ringrazio di cuore perchè il suo scritto prende nel profondo; auspico che siano in tanti a leggerlo e altrettanti a conservarne la memoria, perché mai venga meno il rispetto verso chi ha pagato con la vita la difesa delle proprie idee.
Anna Lanzetta
Anna Lanzetta | 16-09-2009 | A proposito di Peppino, commento il bell'articolo con una cosa che ho scritto e pubblicato l'anno scorso, a maggio, in occasione dei 30 anni della sua morte. Spero di non disturbare...
Chiedi chi era Peppino Impastato. Chiedilo a chi l’ha conosciuto, a chi ha sognato, lottato, sofferto con lui, per lui. Chiedi chi era Peppino. Un ragazzo, un ragazzo di Sicilia, siciliano di Cinisi, siciliano geniale e arrogante, e ribelle. Peppino era un figlio: figlio di un padre mafioso e di una madre leggenda.
Peppino. Rivoluzionario, idealista. Scriveva poesie, Peppino, mettendo in rima la protesta non violenta contro la violenza della mafia, del potere politico colluso e del silenzio assordante dell’accondiscendenza; urlava il suo no dai microfoni di Radio Aut, Peppino, declamando la sua Commedia, non divina, ma cretina, dove i peccati si dicevano e i peccatori si sbeffeggiavano per nome. Quei peccatori, i suoi aguzzini; loro che hanno violentato la sua memoria, la sua lotta, hanno infangato. Ci hanno provato.
Trenta anni fa Peppino Impastato era brandelli di corpo sparsi intorno a una ferrovia. Pezzi di carne come semi di speranza seminati sulla terra di Sicilia e di Italia, così assetate di speranza, legalità, di rivoluzionari in grado di opporsi con cultura di vita a una non cultura di morte. Terre innaffiate con sangue innocente di persone innocenti in cui la speranza non germoglia, ma annega.
Chiedi chi era Peppino Impastato.
Chiedi chi era Peppino Impastato e poi deponi un fiore sulla tomba italiana della libertà. Che non è mai morta, perché mai è stata viva, se non nella voce e nei brandelli e nel sangue.
Chiedi chi era Peppino Impastato. Capirai perché oggi Mangano è un eroe. Perché abbiamo perso, Peppino. Anche se ogni tanto ci fanno pensare che ci sia stata e ci sia ancora una partita da giocare. Gianni Somigli | 16-09-2009 |
La mafia si combatte mantenendo vivo il ricordo di chi l'ha combattuta. Non se ne deve cancellare la memoria. Film come "I cento passi" e "Gomorra" dovrebbero essere sempre riproposti e visti per poter capire che cosa è la mafia, a me sono serviti molto. Totò è sempre Totò e chissà come si sarebbe divertito oggi. Fiamma Orrico | 15-09-2009 | In gruppo hanno picchiato con violenza a Venezia un cameriere rompendogli un braccio e altro e solo per razzismo, era albanese. La Lega ha condannato l'atto e quindi ha condannato se stessa e la sua violenza. C'è proprio da vergognarsi, hanno macchiato anche la città.
Quando finirà? Filippo |
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