Annamaria Rivera. Al Presidente della Repubblica
 
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   10-07-2009
Egregio Signor Presidente della Repubblica,
mi associo alla voce di tanti altri e mi rivolgo a Lei, col cuore in mano, perché ascolti la nostra preghiera e la voce del suo cuore, affinché con un suo gesto ci liberi da questa infamia, da questo -definito- "pacchetto sulla sicurezza", che considero lesivo perché toglie dignità e rispetto al nostro amato paese, perchè cancella alla radice la nostra storia e con essa il valore dell’ “uomo” quale egli è in ogni parte del mondo; che un Suo gesto impedisca questo malaugurato intento e restituisca al nostro paese valori e dignità, che un suo gesto ci protegga da ogni forma di razzismo, di discriminazione, di pregiudizio e di intolleranza che non appartengono alla nostra storia ma che suonano retaggi di ideologie aberranti.
Gentile Presidente, Le chiediamo di tutelarci, di rifiutare una legge che ci farà vergognare e retrocedere irrimediabilmente verso il buio delle coscienze dove oggi si tenta di azzerare con colpi di macete ogni valore etico, valore che se in passato ci ha contraddistinto dalle Alpi alla Sicilia con il sacrificio di tanti, oggi viene mortificato, infangato, vituperato.
Che la nostra voce, che non è più voce ma un lamento sordo, Le giunga e che la nostra onestà d’intenti si mescoli alla sua a formare quella forza “forte”per dire “no” a ciò che ci offende nel profondo e che mai potrà appartenerci in nome di ciò che siamo stati, che siamo e che vorremmo essere ancora nella “memoria” che vogliamo consegnare integra alle generazioni future.
Con viva speranza in un futuro migliore con Lei,
Anna Lanzetta
Ps. Spedito al Presidente della Repubblica

Anna Lanzetta   
 
   10-07-2009
Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della Repubblica affinché non ratifichi le misure razziste, criminogene ed incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario telematico quotidiano.
La tempestività è decisiva, ed altrettanto decisiva è la vastità della mobilitazione: sussistono i termini giuridici perché il Presidente della Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma è evidente che sarà confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte del popolo italiano in difesa del diritto, della civiltà, dell'umanità.
Facciamo quanto e' in nostro potere perché questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale è:
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica è: presidenza.repubblica@quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/
Un cordiale saluto,
Centro di ricerca per la pace di Viterbo   
 
   10-07-2009
Firmerei immediatamente anche io questa lettera, che esprime parola per parola anche il mio pensiero, le mie preoccupazioni, il mio sconforto e la mia indignazione.

Scapestrata   
 

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