23-06-2009 | cara redazione, vi ringrazio per la segnalazione della mia lettera su Repubblica di domenica 21/06/09. L'avevo inviata da tempo e non mi aspettavo ormai più che la pubblicassero!
I tagli apportati sono stati molteplici, ma fortunatamente non tali da nuocere alla comprensione del senso complessivo: non ci possono essere discipline alternative equivalenti all'irc in quanto si tratta di un insegnamento imposto dal Concordato, secondo modalità anomale (insegnanti con idoneità conferita dalla Chiesa cattolica ma pagati dallo Stato), scelto liberamente da chi intende frequentarlo, ma "subìto" da coloro che non se ne avvalgono, trattandosi di un privilegio inaccettabile nell'orario scolastico obbligatorio.
Bisogna ribadire questo concetto, poiché oggi molti sarebbero disposti a subire, accettandolo, questo privilegio, che contraddice la laicità della scuola, se si mettessero in atto nella stessa ora insegnamenti alternativi formativi, con buona pace di coloro che legittimamente non intendono svolgere in quell'ora alcuna attività (vedi sentenza Corte Costituzionale n.203/1989).
La battaglia deve essere per una collocazione dell'irc esterna all'orario scolastico obbligatorio, come si addice -fin tanto che il Concordato sarà in vigore- a un insegnamento facoltativo, confessionale, assicurato a chi intenda seguirlo, ma senza provocare scie di discriminazioni... Antonia Sani |
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