10-04-2006 | Grazie Brontolo... La poesia degli sguardi: quelli che si cercano, quelli che rispondono, quelli inaspettati davanti ai quali si arrossisce perchè ci scoprono. Scanzonati o tristi (nell'accezione che hai dato tu),tanti sguardi ce li ricordiamo e ce li lasciamo attaccati addosso, come si fa con gli attimi da conservare. frances | 08-04-2006 | Proprio ieri ho visto (finalmente) Crash. Davvero bello, intenso, sul genere di Magnolia (cioè una telecamera che si sposta a seguire protagonisti inzialmente senza legame uno con l'altro ma poi uniti da qualcosa). Tutto ciò che è "contatto fisico" c'è eccome nel film, ma secondo me "Crash" non è tanto un film sul contatto fisico che (non) c'è tra le persone, spesso nemmeno fra quelle fra loro più intime. Per me è più un film sulle razze, sulla società multietnica. E forse è proprio qui che c'è il collegamento tra razza e contatto fisico: in una società multietnica, il contatto fra persone di etnie diverse è ancora più diffile.
Ma mi accorgo ora, scrivendo, che entrambi sono i temi portanti del film, cioè la difficoltà di riuscire a convivere senza pregiudizi e di conseguenza la mancanza di contatto (che si traduce in rispetto, conoscenza altrui, tolleranza).
Per l'esperienza del contatto, ne ho avuta una un paio di ore fa. Un contatto (solo) visivo con una ragazza, non in ascensore ma in una piazza. Contatto visivo intenso e pieno di significati (forse solo per me), contatto visivo (comunque reciproco) reso possibile dall'attrazione fisica, contatto visivo "triste" quando gli occhi si sono divisi e si sono posati sulle cose del mondo di ognuno, senza trovarsi più.
Ecco.
Un saluto,
brontolo. brontolo |
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