11-02-2009 | Un commento esauriente coprirebbe molte pagine di questo sito e risulterebbe illeggibile, per cui sollecito le critiche alle mie considerazioni di aspetto generale, pronto a scendere nei singoli dettagli a riprova delle mie affermazioni.
L’accenno al catechismo della Chiesa Cattolica, stimola un chiarimento che, a sua volta meriterebbe un maggior approfondimento.
Quel catechismo viene, artatamente, attribuito ad una progettualità del pontefice Giovanni Palo II, mente fu voluto dall’allora cardinale Ratzinger che lo redasse per intero. Si dirà che il pontefice rappresenta l’autorità massima del vaticano, per cui sarebbe stata sua licenza anche imporre modifiche al testo; ma non è così.
Entrato in vaticano ha operato e agito in grande e costante coerenza per prepararsi la strada per la successione al pontificato e la successiva imposizione della sua linea.
Iniziò con la traduzione dell’enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII, nella quale riuscì a introdurre una sorta di liceità delle guerre, alterando il pensiero del pontefice, effettuando la traduzione dal testo originariamente latino all’italiano, francese, inglese e spagnolo alterando l’autentico contenuto (ho potuto analizzare solo queste traduzioni, per cui ignoro le altre).
Proseguì imponendo la condanna della teologia della Liberazione e del suo massimo teologo Jon Sobrino; il pontefice Giovanni Paolo II si dovette servire dell’enciclica Centesimus Annus per manifestare il suo autentico pensiero, rivalutando quella teologia, pur senza riuscire a revocare la condanna; il dispositivo della condanna è scritto dal cardinale Ratzinger e stimola i brividi di ogni vero cristiano. Quindi fu la stesura del catechismo nel quale si giustifica la pena di morte e si tollera le guerre, purchè giuste, riconoscendo “a coloro che hanno la responsabilità di governare” l’onere di valutare “giusta” una guerra, anche se tale responsabilità di governare è nelle mani di un Hitler, Stalin, Mussolini, Pinochet, Saddam, Bush o Berlusconi.
Quindi fu la volta della conferma di quella lettera riservata “crimen sollicitationis” con la quale pretendeva di gestire i reati penali di pedofilia in America, come se si trattasse di peccati da assolvere con le giaculatorie,
Assurto al trono di Pietro, precisò le sue idee nella lectio magistralis di Ratisbona che rappresentò la conferma di quanto aveva scritto, insieme al suo fidato amico Marcello Pera, noto razzista, nel libro a quattro mani “Senza radici”. Quindi, ancora, il viaggio di Stato in Brasile, ben diverso dai pellegrinaggi del predecessore, e successivamente negli USA.
Fu il momento della storicizzazione di Gesù in quel volume “Gesù di Nazaret” che mira a dimostrare la dipendenza della Fede dalla storia, misconoscendo che la storia, come conoscenza. È dono dell’intelletto, mentre la Fede è dono di Dio.
Poi l’indegno spettacolo del battesimo dell’apostata Magdi Allam, vera e propria provocazione al mondo islamico; e ancora la presentazione al libro di Pera “Perchè dobbiamo dirci cristiani”, nella quale assimila il liberismo al cristianesimo, gettando definitivamente le basi per il decollo del “cattofascismo”. Nulla è accaduto, nulla accade e nulla accadrà che non sia stato accuratamente programmato, pianificato, previsto e realizzato.
Rientra nel programma anche assoluzione e la revoca della scomunica ai lefebvriani, ben sapendo del negazionismo che sarebbe tornato a galla. Anche la gestione del caso Eluana rientra nel medesimo progetto, al quale si è associato il presidente del consiglio, che ha visto l’occasione per operare sotto la protezione del baldacchino del Bernini.
Responsabilmente mi dichiaro disponibile a fornire maggiori dettagli a sostegno delle mie affermazioni, sia su questo sito che scrivendomi direttamente raroxas@libero.it.
Rosario Amico Roxas |
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