06-02-2009 | Caro Carlo, devo aggiungere una ulteriore considerazione che hai avuto la bontà di suggerirmi.
Il trucco c’è ,e si vede.
Ad un tratto, improvvisamente, senza preavviso, il Vaticano di Ratzinger alza il tiro contro gli ebrei; assolve e libera dalla scomunica i lebfevriani, i quali, come primo gesto “di pentimento” negano l’olocausto degli ebrei, quasi a voler proporre una rivalutazione storica del “calunniato” Adolf Hitler.
Condividendo, poi, il metodo ampiamente collaudato dal cavaliere presidente del consiglio, afferma e fa affermare di non essere a conoscenza delle tesi negazioniste dei lebfevriani, di non saperne nulla, e magari che è stato frainteso, che non lo abbiamo capito etc.etc.
Ma tu hai identificato una ipotesi credibile, quando affermi “con Obama l’America ha cambiato rotta”. Ma non sarà questa inversione di rotta l’arcano dentro il quale si crogiola Benedetto XVI, secondo, proprio, la logica di un mutamento di rotta ?
Con Obama il potere cieco ed assoluto dei sionisti rischia di perdere incisività a favore di un possibile dialogo con i palestinesi, che non potrebbe coinvolgere che gli ebrei semiti, quegli ebrei vittime del nazismo e, oggi, vittime del sionismo tanto quanto i palestinesi.
Negare o rinnegare l’olocausto potrebbe tornare utile per ridimensionare la struttura stessa dei diritti degli ebrei semiti, inconciliabili con gli interessi filo-americani (dell'America di Bush) dei sionisti.
Il negazionismo dei lebfevriani, che arriva dopo l’abbraccio di perdono da parte del pontefice, non gode di chiarezza cristallina, specie conoscendo la tortuosità mentale di Benedetto XVI e lo sbandamento provocato dalla deriva verso l’opulenza occidentale che, oggi, rischia di auto soffocarsi.
Rosario Amico Roxas | 06-02-2009 | Caro Carlo,
apprezzo le tue critiche, ma devo evidenziare la contraddizione nella quali cadi quando affermi: "la dottrina del suo pontificato". La dottrina non appartiene a nessuno, meno che mai ad un pontificato che contraddice quelli precedenti. Ho voluto estrapolare l'aspetto delle guerre nel Catechismo di Ratzinger, perchè contiene i prodromi del "compromesso globale" con il "potere" dell'Occidente.
Quelle argomentazioni rappresentano la prova di una lunga preparazione al pontificato; quel pontificato per il quale Giovanni Paolo II chiese di poter servire, del quale, invece, Benedetto XVI si serve a proprio uso e consumo.
Gli esempi successivi alla elezione, sono innumerevoli e sarebbe impietoso rivangarli, ma sono quegli esempi che stanno scollando il popolo della fede dalle gerarchie vaticane, con gravissimo nocumento anche per la giusta valorizzazione dell'etica sociale, tanto bene sviluppatasi nel magistero sociale della Chiesa, ma fino alla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II; dopo non c'è nulla....o meglio c'è Ratzinger, con la vergogna della " crimen sollicitationis .
Rosario Amico Roxas | 06-02-2009 | Caro Rosario,
sono con te quando riassumi la guerra di Bush con la foto della soldatessa Lynnie col guinzaglio in tiro dell'iracheno.
L'America ha cambiato pagina con Obama!
Non sono d'accordo con te, invece, quando estrapoli dal catechismo del prefetto della fede le ragioni che vanificherebbero la dottrina del suo pontificato. Se tu avessi argomentato sulla dottrina esposta dal Papa a Ratisbona io avrei cercato di seguire le imputazioni che gli addebiti col tuo ragionamento, che mi pare buono: la verità umana sta nel cercar virtute e canoscenza per uscir dalla barbarie che sempre incombe.
In altre parole: quando la Chiesa ossifica in catechismo la Verità perde l'olio dello Spirito.
Gesù, che è Dio, non ha scritto nulla perchè sa che il tempo avrebbe rigirato le parole scritte! Carlo Forin |
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