10-02-2009 | Cara Lucia, grazie della tua testimonianza che arriva direttamente al cuore di chi rifiuta ogni forma di violenza, di chi ha ancora bisogno di sapere, dei giovani, affinchè simili orrori non si ripetano, perché siano capaci di frapporre, con un passato così ignominioso, una barriera invalicabile. Nessuno può negare ciò che la storia testimonia in modo incontrovertibile. Oggi, 10 gennaio, si ricorda il massacro delle Foibe in cui furono sacrificati uomini, donne e bambini, vittime di rappresaglie.Sembra impossibile che l’uomo possa trasformarsi in altro, eppure succede ed è nostro dovere insegnare a dire No a ciò che siamo stati e che purtroppo ancora siamo.I morti, di ogni tempo e di ogni luogo, ci gridano il loro orrore e ci chiedono di non ripetere il gesto di Caino. Il dramma che in questi giorni ci ha investito, è stata una grande lezione di coraggio per tutti noi, una forte sollecitazione a difendere la nostra libertà di decidere, contro l’intralcio di presenze ingombranti e lesive. È nostro dovere difendere i giovani con l’informazione, a scuola e nella vita, per tentare la costruzione di un mondo migliore.
Con affetto, Anna
Anna Lanzetta | 09-02-2009 | Anche se non insegnante e soprattutto non insegnante di lettere, in mancanza di loro, ho voluto accompagnare alcuni studenti della mia scuola ad Auschwitz con il "treno della memoria", partito da Firenze il 25 Gennaio.
Ero preparata a un'esperienza forte, ad emozioni che non si dimenticano, ma l'immensità di Birkenau, i "reperti" conservati ad Auschwitz 1, e i racconti di chi da quell'inferno sono sopravvisuti ne hanno segnato, penso per sempre, la memoria, la coscienza, il mio atteggiamento verso l'umanità intera.
Non c'è nessun essere vivente che, per feroce che sia, sappia utilizzare la sua intelligenza per sterminare con lucidità e predeterminazione una parte della propria specie!! Ma ancora più dell'inganno delle camere a gas, delle promesse di un viaggio con ritorno, la malvagità io l'ho vista soprattutto nella privazione della dignità umana. Dovevano diventare larve perchè fosse giustificata la loro eliminazione!!! Bisognava privarli perfino dei loro peli perchè potessero assomigliare a vermi e quindi come tali frequentare gli escrementi dell'umanità detta superiore! Dovevano "lavorare" sui morti perchè acquisissero il diritto a un periodo illusorio di sopravvivenza. I bambini dovevano giocare con i cadaveri e tra i cadaveri perchè la morte della mamma fosse ineluttabile; ci tenevano al fatto che i bimbi da soli scegliessero di andare a morire sorridendo con la falsa illusione di raggiungere la mamma.
A questo punto però non capisco perchè bisognava far sparire ogni traccia di tutto. Non si sentivano in colpa, perchè obbedivano. Non si sentivano responsabili dell'orrore, perchè in effetti loro non si sporcavano le mani. Non hanno mai toccato direttamente i corpi vivi o morti. Lo facevano fare a chi non aveva nulla da perdere se non la dignità che d'altronde avevano già perduto.
I vestiti, le scarpe e gli effetti personali di cui erano depredati appena arrivati al campo, venivano "disinfettati" prima di diventare proprietà legittima del popolo ariano. ( Questo sì veniva disinfettato!). Per la mattanza si avevevano lodi e onori!
La sera di ritorno da Birkenau ho dovuto lavare le scarpe perchè infangate, ma era solo fango? "Quando piove vengono fuori ancora ceneri, denti,...", ci hanno detto.
L'accanimento contro i propri simili però non è finito! Popoli che si ammazzano per un dio, che forse è lo stesso, per un pezzo di terra che però rendono sterile prima di poterla utilizzare, per un falso pretesto di offesa.
Perchè non si obbliga tutti, come i musulmani per la Mecca, ad andare almeno una volta nella vita in un campo di sterminio?
In questi giorni ho riflettuto sul caso della Luana Englaro: con la stessa malvagità con cui si sterminano milioni di persone, si persegue con perfidia l'allungamento di un'agonia.
Maria Lucia Querques | 29-01-2009 | E io aggiungo Schindler's List di Steven Spielberg e La vita é bella di Roberto Benigni.
Tra tutti i film finora menzionati, io preferisco Il pianista anche perchè il suo filo conduttore è la musica ed è Chopin a salvare in parte il protagonista. Un amante di Chopin | 28-01-2009 |
Sono stati citati due film, io vorrei aggiungere il terzo che mi sembra illustri bene il problema di Israele: Exodus di Otto Preminger. Franco Iannelli | 27-01-2009 | Oggi, nella giornata della memoria, sono grata una volta di più alle ottime insegnanti della classe di mia figlia, il modulo delle quinte della scuola elementare B.Credaro di Sondrio. Come negli anni scorsi, anche questa giornata è stata da loro celebrata con il dialogo coi bambini e la visione di un bellissimo film di Faenza: "Jona che visse nella balena"(negli anni scorsi la riflessione era stata stimolata da "La vita è bella" piuttosto che dalla canzone di Guccini "Auschwitz"). La scuola può essere anche questo, se ci sono persone in gamba come educatori. L'insegnamento che è stato dato ai nostri figli quest'oggi è prezioso e, dalle reazioni positive e commosse dei bambini, sono certa contribuirà a farli riflettere e crescere coltivando una coscienza critica indispensabile per il loro domani da vivere come veri uomini e donne.
Grazie davvero a queste insegnanti!
annagloria del piano | 25-01-2009 | Anche nella nostra scuola non ci saranno preghiere per ricordare ma letture insieme ai testi che il vostro giornale propone, per non dimenticare. Ogni ragazzo porterà a scuola un pensiero, una poesia o una pagina di testo, di giornale o altro per parlare di questa tragedia. Insieme leggeremo e commenteremo e vedremo il film che rappresenta meglio di tutti gli altri questa tragedia -Il pianista-. Natalia e Lamberto | 24-01-2009 | Insegno nelle classi del prof. Rispoli e in terza seguiamo i vostri scritti per trattare i problemi della guerra e dell'olocausto. Per Il rogo di Berlino e La notte di Wiesel abbiamo terminato la lettura e raccolto le relazioni ma a me piace questo metodo di mettere insieme più linguaggi, Grosz l'abbiamo già fatto e lunga è stata le nostra riflessione sulle parole dei versi del sopravvissuto giapponese. Noi non avevamo mai trattato dei temi così e leggendo Tellus abbiamo preso spunto per farlo.
Natalia Mancuso Natalia Mancuso | 24-01-2009 | E' molto tardi ,quando leggo questo articolo e trovo l'intreccio della poesia con la pittura straordinario. Non conoscevo questo pittore ma l'immagine di copertina mi ha colpito moltissimo, è vero che un'immagine a volte vale più di cento parole. La riflessione è in questo momento la cosa più giusta da proporre e specialmente a scuola. Insegno lingua tedesca in una scuola media. Lamberto Rispoli |
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