26-01-2009 | Caro Marco la tua sottolineatura č legittima. Ma credo che ri-pubblicare i reazionari italiani sia cosa sacrosanta. I testi hanno una loro autonomia che sfugge ad ogni commento. Inoltre tali tavole, anche del razzismo, dell'antisemitismo,del bellicismo, dell'educazione fascista...rimarcheranno tali e tante somiglianze con il panorama italiano che sembreranno scritte da qualche solerte Buonaiuti o segretario di La Russa e Alemanno. I testi di REAZIONARIA saranno a disposizione di studiosi, esegeti, ed eventualmente di compilatori di manuali per le scuole medie e superiori. I lettori-navigatori capiranno, senza commenti, che fra Agostino Gemelli che richiama alla necessitā della Tradizione nel 1914 e i Lefebvriani appena promossi vescovi da Benedetto XVI nel 2009, non c'č alcuna differenza. Il FASCISMO CATTOLICO si nutre, come il FASCISMO EBRAICO e come quello ISLAMICO di nemici da abbattere ma anche di scemenze ripetute e rimasticate. La cultura di destra italiana č questa. Basta leggere i picchiatori sul Corriere della Sera che se la prendono con Don Milani. E Tellusfolio questa "mercanzia" la mette in vetrina. Come farā domani con la Merda d'Artista di Monsignor Williamson che nega l'Olocausto.
Claudio Di Scalzo
Claudio Di Scalzo | 26-01-2009 | Una grande pagina di memoria. Complimenti. Marco Marco Cipollini | 24-01-2009 | Al mattino presto, prestissimo, mentre riapre TELLUSfolio,...per me leggere i commenti ai testi di Lanzetta e Cardellicchio, offre la conferma che la linea di TELLUSfolio giornale on line č virtuosa. La storia e la cultura in arte e poesia al servizio di una platea immensa di lettori. Via dalle nicchie autoreferenziali a cui ci hanno abituato, anche sul web, tanti siti letterari. Chi "Commenta" č l'insegnante di tedesco, č il figlio dell'internato nel lager. Non il poeta che commenta il poeta in un circuito narcisistico. Pensare che per questa scelta di larga condivisione e divulgazione della cultura fra gli uomini e le donne, alcuni poeti si sono allontanati da Tellusfolio, (al quale collaboravano all'inizio) mi muove ad un senso di pena verso la loro biografia e la loro supposta poesia.
CLAUDIO DI SCALZO
Claudio Di Scalzo | 24-01-2009 | Sono la figlia di Abenaim Giuseppe,di Genova.Il mio papā non ho fatto in tempo a conoscerlo,avevo due mesi quando lo portarono via.Sino all'etā di nove anni mamma midiceva che era in viaggio,ed io,cosi, ho sempre atteso il suo ritorno. come avrei voluto vederlo,chiamarlo "papā mio"!! Forse un giorno ciabbracceremo inalmente nell'altra vita! rita maria abenaim |
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