Ivis Acosta Ferrer. Intervista a Yoani Sánchez
Nella esclusiva traduzione di due collaboratori di Tellusfolio
 
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   24-01-2009
Il dubbio.
E' più credibile l'apostolo di un regime morente, fallimentare e antidemocratico o la giovane donna che desidera un po' di libertà?
Perché a dircela chiara si fa spesso confusione.
C'è chi riporta dati e statistiche con un garbo meschino e mette in secondo piano la notizia che a Cuba vige un regime totalitario e illiberale... è altri che si oppongo alle menzogne.

Si può davvero parlare con "l'amico" del tiranno? Si deve davvero cercare una mediazione "col figlio" dell'assassino?

Davvero Leonardo... non provi un pizzico di pudore nell'esaltare un regime vergognoso come quello cubano?
Massimo   
 
   24-01-2009
Leonardo, è difficile pure per me che ho internet a casa (ma pue altro da fare) rispondere ai commenti. Yoani ha di sicuro anche lei altro da fare (vedi marito, figlio, una casa, una vita che non è facile come da noi) e per lo più non ha internet a casa, ma deve andare a cercare un luogo dove poter rispondere. Non la possiamo accusare se si limita a crivere post sempre più incisivi. Nei suoi racconti sulla Cuba che vive ci sono migliaia di risposte. Vi do un'anticipazione: sto traducendop CUBA LIBRE, il suo primo libro italiano che uscirà per RIZZOLI al SALONE DEL LIBRO di Torino!

Gordiano Lupi
Gordiano Lupi   
 
   22-01-2009
Mi sembra ridicola l’affermazione che Yoani non può compare nessun articolo nel mercato nero perché contestataria (o dissidente come la chiama Ivis). Fino all’altro ieri Yoani – a dire suo – comprava nel mercato nero e perfino bussavano alla sua porta; scavalcando 13 piani, a piedi. Fu il giravite del governo contra l’illegalità – dice Yoani lamentandosi – quel che allontanò i venditori della sua porta, non la sua non conformità. Oltre la sua porta, il mercato nero –secondo Yoani – è fiorito, a tale punto che – sostiene sempre lei – sia il sostento dell’economia statale. Come possano controllare, in mezzo di simile disordine, chi compra o non è qualcosa ancora da spiegare. Pochi giorni fa il truffaldino Andy – detto da Yoani – si l’avvicinò con tranquillità con tanto di biglietto di presentazione e un lungo ed imbarazzante elenco.
Ci dipingono sempre un efficientissimo apparato di sorveglianza, inseguimento e repressione. Da per tutto. Ed specialmente incollato a Yoani. Povero Andy!
Ivis sostiene che Yoani non può permettersi normali relazioni di amicizia. Nel frattempo, però, Yoani cita nome e cognome di alcuni e la matrice dei blogs (la rivista Consenso) fa oltre tanto. Nel frattempo, però, Yoani si fa riprendere fotograficamente in allegri incontri con loro. Come si non bastassi, ci confessano – Yoani ed Ivis – che sempre di più Yoani è riconosciuta, salutata e interpellata dai passanti della strada. A tale punto che ha dovuto nascondersi dietro gli occhiali grandi ed scuri. Forse per “salvarli” della sua “radioattività”.
Sulla biografia di Yoani abbiamo pure delle novità (lascio quelle di suo marito per un altro giorno). Sono vari i motivi del suo ritorno a Cuba. Prima problemi familiari, dopo il desiderio di lottare per una nuova Cuba dalle sue viscere; rinunciando al bel vivere della Svizzera. Applausi e medaglie! Adesso, invece, spunta l’impossibilità di portarsi suo marito. Assicura che Reinaldo è troppo radicato, è un cubano. Applausi e medaglie! Un po’ meno padre, visto che il bambino partì pure. Speriamo che fra poco non ci aggiunga un altro motivo: che i “cattivi” non lo lasciavano abbandonassi il paese. Speriamo.
Come supponeva, Yoani riceve e legge «tutti» commenti. Ovvio! Dice non rispondere ai commenti perché sono tanti; però, come già ho detto, nonostante l’enorme quantità, i temi a rispondere (quelli che meritano) sono pochi. Uno, al meno uno, poteva rispondere. Non c’è bisogno di Internet. Basta leggerli, selezionarli e dopo contestare offline ed inviare la risposta per la stessa via che invia suoi post. Anzi, se metterebbe meno tempo perché non contengono immagini. Perciò, cade il fattore costo sbandierato. L’allibi che risponde, mano a mano, mediante gli stessi blog non è vera. Basta seguire i commenti per vedere che molti vecchi temi meritevoli (da una e altra parte) non sono stati risposti. In più, molti temi sono stati trattati in passati blog. Pretenderà ripeterli?
Il peggio non è questo, se non che qualunque diatriba la considera «sterile». Non meritevoli di contestazione, discussione, scambio. Penserà che l’unica verità sia la sua? Che lei parla e basta? Grave.
Lei è responsabile del suo blog, parla sempre dei trolls, degli attacchi di suoi «nemici naturali» (più chiaro di così...) però non parla mai dei maleducati e offensori (nonostante violentino apertamente le regole da lei scritte), né della recente valanga di difensori, aperti ed espliciti, del regime di Batista. L’assassinio Batista.
Ci hanno detto sempre che Yoani non si può collegare a Internet, che corre di qua e di là con dei pen drive. Adesso sappiamo che la celestilità dei trolls cubani li permette – oltre a bloccare i server tedeschi – contaminare con virus il portatile di Yoani che, a quanto sembra, Internet non lo conosce. I trolls cubani sono così bravi che sono riusciti a biologizare i virus informatici a tale punto di propagarli tramite l’aria. Veramente bravi! Complimenti! Mi ricorda una vignetta della popolare serie di manuali For dummies.
C’è una cosa che – a mio parere – è la più grave di tutte. Per la società del “futuro” – quella dove forse Yoani sarà direttrice di giornale e fondatrice d’accademia – ormai c’è previsto tutto: perfino le borse di studio per i poveracci. Che umani! Studi a pagamento? Per i poveracci che – a quanto detto da lei – sembra esistano soltanto nel “schifoso” socialismo cubano? Yoani, in questo “schifoso” socialismo già studiano gratuitamente migliaia. La prego, proponga qualcosa di meglio.
Crederà che siamo dummies?

Massimo, bentornato!
Leonardo Mesa   
 
   18-01-2009
il dibattito è veramente surreale.
il solo fatto che pensiate di poter influire sul futuro di cuba,vi fa apparire davvero ridicoli-
i più lucidi(vedi lupi),sanno che anche con fidel morto,la situazione a cuba non si sposta nemmeno di un millimetro.
marcello
marcello   
 
   18-01-2009
Cadiamo nel paradosso in questo modo.
Apprezzo da un lato il fare gentile di Gordiano e di Enea... ma davvero si può credere nella sincerità di chi esalta una dittatura?

Io credo che la speranza di una Cuba democratica e libera non possa nascere nel compromesso con chi ha esaltato il regime castrista: se non dopo una completa abiura delle nefandezze di questi mostri caraibici.

Un discorso è il dialogo all'interno del contesto democratico... altra cosa è dialogare con i fiancheggiatori di un regime morente.
Leonardo Mesa è, libertà sua, un castrista che esalta costantemente il regime dittatoriale di Cuba.
Ma lo fa con una trasparenza che apprezzo: lui è castrista, io credo nella democrazia. Nei sistemi invece che negli uomini.

Quando Leonardo da un lato dice che non tutto a Cuba va bene.... ma poi esalta con le sue aggiornate e discutibili % statistiche il regime castrista è eticamente credibile?

Naturalmente Leonardo è solo un paradigma del nostro discorso, non mi avventuro in valutazioni personali. Sia chiaro.

Uno dei motivi che mi ha allontanato da Tellusfolio è proprio questo, il porre allo stesso piano argomentazioni e posizioni che sono evidentemente su livelli etici così diversi. Cuba è nell'evidenza dei fatti un regime antidemocratico, una dittatura famigliare... eppure i proseliti del castrismo hanno lo stesso spazio di chi si oppone a tutta quella vergogna.

Da uomo odio questa situazione, da democratico l'accetto.
Pur nella mia personale sofferenza.



Massimo   
 
   18-01-2009
Che bisogno c'è, caro Massimo, di dialogare con chi (già) vuole il cambiamento e la democrazia? Con loro, il cambiamento si fa... la democrazia si costruisce.
Credo al contrario che il dialogo sia più necessario, e quanto utile!, proprio con l'avversario, se questi lo accettasse. Sì, Massimo, anche con i fratelli Castro o Ceausescu, con i nazisti e i franchisti...
Perché, ogni vicenda storica sta lì a ricordarcelo, chi accetta il dialogo ha già iniziato il cambiamento...

Enea Sansi   
 
   18-01-2009
Io credo Gordiano che il dibattito sulla nuova Cuba, sulla Cuba libera e democratica, debba nascere con chi vuole cambiamento e democrazia. Non con chi, velatamente e meno velatamente, fiancheggia la dittatura.
Non con chi esalta l'assassino Che Guevara e la perfida accoppiata dei fratelli Castro. Non chi chi racconta una Cuba bugiarda e felice.

Si sarebbe potuto dialogare civilmente con i simpatizzanti franchisti relativamente alla nuova Spagna? e con quelli nazisti per la nuova Germania? Forse anche sotto il regime di Ceausescu c'erano dei Leonardo Mesa. Anzi sicuramente.

Io preferisco dialogare con chi vuole il cambiamento, non chi ama il proprio padrone.


Massimo   
 
   16-01-2009
Miracoli della comprensione e del dialogo non violento. Io e Leonardo non la pensiamo allo stesso modo su Cuba, ma ci siamo uniti per fornire un servizio. Potrebbe essere un esempio per la Cuba del futuro? Potrebbero convivere idee distinte, confrontandosi civilmente?

Gordiano
Gordiano Lupi   
 

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